• 16 Ottobre 2024
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Sport e fede, qual è il legame? Ce lo spiega don Alexey

Mens sana in corpore sano” dicevano gli antichi Romani, ovvero mente sana in corpo sano. Per mente questa celebre locuzione latina intende tutta la dimensione che riguarda anima, intelletto e vita spirituale della persona umana. E a proposito di “spiritualità” a molti potrebbe sembrare che da sempre la fede cristiana tenda a mettere al primo posto l’anima, mentre il corpo sia relegato ad un ruolo di secondo piano.

Per chiarire la questione abbiamo deciso di intervistare un grande appassionato di sport: don Alexey Yandushev Rumiantsev, Dottore in Teologia Spirituale, sacerdote cattolico che svolge vari servizi nell’ambito della pastorale di salute e di educazione dei giovani.

Don Alexey a suo parere la Chiesa Cattolica in che maniera vede l’attività sportiva? La considera un’attività utile per un cristiano?

“Assolutamente sì! In generale la Chiesa moderna supporta i fedeli che scelgono di intraprendere un’attività che potrebbe aiutare a sviluppare la propria personalità e a vivere in maniera piena quella natura umana che comprende sia l’anima che il corpo. Su questo tema potremmo parlare per ore di arte, letteratura, vari studi e tanto altro, ma a mio modesto parere lo sport occuperà sempre un posto unico e speciale.

La stessa Chiesa nomina il corpo quale “Tempio dello Spirito Santo”. Proprio l’attività sportiva aiuta a mantenere questo “tempio” in buone condizioni. Altrimenti saremmo degli ipocriti ad affermare che siamo dei templi di Dio ma non facciamo in modo che i fedeli si curino del proprio corpo. Siamo responsabili di ogni cosa ricevuta da Dio, in primis della nostra vita e della nostra personalità composta in egual misura sia dall’anima e che dal corpo. Quindi lo sport è uno dei “mezzi” che aiutano l’uomo a vivere in maniera armoniosa e sana la propria vocazione cioè la realizzazione del piano che c’è in serbo per lui.”

A volte sembra che la Dottrina Cristiana ponga l’attenzione dei fedeli all’ascesi piuttosto che allo sviluppo del corpo. Ovvero che la Chiesa punti di più a promuovere l’umile sottomissione che a sviluppare la resistenza fisica e la resilienza. Si tratta di un tema strettamente collegato ad un problema che imperversa nella nostra società: quello del bullismo. Lo sport in questo caso chi aiuta di più: il bullo o chi viene aggredito?

“A dire il vero, ascesi non significa trascuratezza e nemmeno mortificazione senza misura. La vera ascesi cristiana pone attenzione soprattutto agli impulsi della nostra natura fisica corporale che potrebbero rovinare l’equilibrio spirituale. Dunque l’attività sportiva in certo senso potrebbe essere considerata come una attività “quasi ascetica” per l’effetto che provocano: aiutano ad utilizzare l’energia che c’è dentro il nostro corpo nella maniera giusta. Inoltre contribuiscono anche allo sviluppo della disciplina personale, all’ordine interiore, all’educazione profonda che sovente distingue le persone che con passione giusta si dedicano allo sport.

Da sacerdote che lavora con i giovani posso confermare che i ragazzi che praticano uno sport poi tornano a casa e non pensano alle stupidate come spesso succede nel caso di quei ragazzi che girano per le strade cercando “strane avventure”, oppure passano ore con il cellulare in mano. Mi spiace perché spesso la colpa non è loro ma dei genitori che probabilmente non sono riusciti a trasmettere l’amore nel senso più profondo del termine. Un’amore che deve guidare i giovani a seguire le proprie passioni, ma ancor prima deve insegnare a rispettare il prossimo e coltivare la fede.

In merito al discorso sui bulli penso che mai e poi mai possano essere considerati veri sportivi: in realtà sono delle persone pigre che non vogliono scoprire il proprio potenziale fisico e svilupparlo nella maniera giusta. Difatti impongono la propria forza fisica nei confronti dei più deboli, mentre sono sicuro che si tirerebbero indietro davanti ad una persona più forte di loro. Il vero sportivo non si abbasserà mai ai livelli di un bullo perché comprende bene la dignità umana e utilizza nella maniera giusta il proprio potenziale fisico che ha ricevuto da Dio e che ha sviluppato attraverso allenamenti impegnativi e faticosi.”

Don Alexey Yandushev Rumiantsev
Don Alexey Yandushev Rumiantsev

Perdoni la domanda indiscreta: ma un sacerdote cattolico cosa ne può sapere di allenamenti, sforzi fisici e sacrifici che accompagnano una vita sportiva impegnata?

“Mi premetta di dire che i sacerdoti prima di essere “pastori del gregge del Signore”, sono uomini. In questo senso non c’è alcuna differenza tra un geometra, un campione di tennis e un sacerdote. Prima di avere una missione o un incarico più o meno importante siamo uomini. Poi ognuno di noi sceglie la strada da seguire, la propria “vocazione“.

Nel mio caso ho sentito la chiamata del Signore ed ho capito che avessi voluto essere veramente felice, e condividere questa felicità con gli altri, avrei dovuto accettare senza alcuna riserva. Il che di per sé non mi ha liberato da impegni, doveri, difficoltà e sofferenze che caratterizzano la vita di ogni essere umano. E anche noi preti non essendo angeli, possediamo un’anima e un corpo: entrambi necessitano di cure, attenzioni, e in un certo senso anche di essere allenate.

Tornando al tema principale ci tengo a far sapere che lo sport mi è piaciuto sempre. Da piccolo facevo atletica, dopodiché per otto anni ho praticato nuoto. Poi dopo mi sono innamorato del pugilato e dell’MMA. Ovviamente il motivo principale è stato il desiderio di scaricare energia e stress accumulati nell’arco della giornata, capire in che modo il mio corpo reagiva istintivamente allo scontro fisico, ma soprattutto volevo allenarmi per essere pronto a difendere il prossimo.

Anche il mio padre spirituale vedendomi sempre tra i libri, mi aveva consigliato di trovare un modo sano per salvaguardare la mia salute, per stare bene e realizzare il potenziale che mi aveva donato il Signore. Anche oggi la disciplina appresa da pugilato e MMA mi aiuta tanto nella vita di tutti i giorni: istintivamente ho la tendenza a proteggere, dare una mano, sostenere e incentivare gli altri.”

Don Alessio ciò che afferma è il risultato della sua esperienza sportiva personale. Ma la Chiesa Cattolica si è mai pronunciata sull’argomento?

“Assolutamente sì. La Chiesa valorizza lo sport in sé, come palestra di vita in cui le virtù della temperanza, dell’umiltà, del coraggio, della pazienza possono essere interiorizzate e fatte proprie. Valori grazie ai quali è possibile incontrarsi con ciò che è bello, buono e vero, in cui è possibile testimoniare la gioia di vivere. Questa esperienza può essere vissuta da persone di nazioni e comunità di tutto il mondo, senza differenze di livello o tipologia di sport. È questo che rende lo sport un fenomeno moderno di portata globale e per questo la Chiesa ne è vivamente interessata. E tutto ciò viene affermato dalla Chiesa nello scritto intitolato “Dare il meglio di sé“, un documento del 2018 sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana del Dicastero Vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita.”

Alexey Yandushev Rumiantsev
Don Alexey Yandushev Rumiantsev presente alla 6° edizione del Trail delle Colline, manifestazione sportiva organizzata congiuntamente dalla ASD Hope Running e dagli Amici dei Vigili del Fuoco Volontari di Chivasso insieme al Comitato Organizzatore

Ultima domanda: pratica ancora qualche tipo di sport oppure partecipa ad attività sportive di gruppo?

“Uno che si è innamorato dello sport, non potrebbe mai smettere di farlo. Adesso viste le tante attività pastorali da svolgere, mi dedico non solo all’attività personale ma anche ad iniziative portate avanti da fedeli entusiasti che aiutano donne e uomini di oggi a riscoprire il proprio valore, la propria identità ed il proprio potenziale personale sia a livello spirituale ma anche fisico.

Recentemente ho intrapreso una proficua collaborazione con l’associazione ASD Hope Running di Chivasso la quale mi è di grande ispirazione grazie alle iniziative promosse dal Presidente Giovanni Mirabella e da tutti i soci. “Mettiti in movimento, colora la Speranza”, questa è una delle frasi che mi è capitato di leggere su un manifesto che sponsorizzava una loro manifestazione sportiva con l’intento di raccogliere fondi per una nobile causa e che mi ha colpito particolarmente. Movimento e Speranza: due valori che possono aiutarci a dare senso alla nostra vita e renderla speciale!

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Una risposta a “Sport e fede, qual è il legame? Ce lo spiega don Alexey”

  1. Conosco personalmente Don Alessio, e vi assicuro che minimizza nel suo racconto quanto straordinario è come Sacerdote e come persona umana , attento ai bisogni di tutti E NON SOLO . Se fosse per me lo CANDIDEREI COME FUTURO PAPA 🤗

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