Anche quest'estate via la capote e si parte con la Spider!
Chissà quante volte ci è capitato di vederle passare ed ammirarle, forse perché rappresentano un mito, un oggetto dei desideri, non per tutti, ma molti le amano: sono le spider, vetture spesso piccole, basse, rigorosamente a due posti, l’espressione maxi di una vettura che sembra un giocattolo.
Il nome spider ha origine americane, alla fine dell’800 fu inventata una carrozza snella, tirata da un solo cavallo, con quattro ruote, due posti secchi e senza alcun piano per riporre oggetti. Il suo aspetto ne determinò il nome: somigliava ad un ragno, dunque nasceva lo Spider. Venne dimenticato per lungo tempo quando una casa automobilistica italiana lo recuperò per associarlo al nome del primo Spider a motore a scoppio della storia: la Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider del 1928: un gioiello dalla linea squadrata, di ben 54 cavalli che divenne protagonista della Mille Miglia degli anni ’20.
La sua evoluzione vide l’aggiunta di un compressore ed un singolo carburatore che raggiungeva la velocità di 130/140 Km orari. Ormai l’interesse era esploso, diversi carrozzieri si dedicarono a sviluppare modelli sempre più prestanti, partendo dai pianali forniti dalla casa madre, tipo Zagato, Castagna, Touring.I gentlemen driver le preferivano per le corse: la loro leggerezza ed agilità regalavano prestazioni notevoli.
Furono prodotti 31 esemplari di Alfa Romeo 6C 1500 nelle versioni Mille Miglia e Super Sport dal 1928 al 1929, sei con testa fissa da 84 cavalli, 10 con compressore e 15 carburatori senza compressore. Nel 1949 nasce la Cisitalia 202 SMM che fu realizzata dalla carrozzeria Garella di Torino; da un altro telaio fu ricavata la vettura con cui Piero Dusio, fondatore della Cisitalia nel 1944, corse la Mille Miglia: denominata “razzo” per le sue dimensioni ed il peso ridotti.
Il termine Spider venne utilizzato anche da Ferdinand Porsche per la sua Porsche 556 spider del 1953: Il nome deriva dal fatto che 550 era il progetto dello studio Porsche e Spyder richiamava il nome della Cisitalia 202 di Piero Dusio, grande benefattore della famiglia Porsche. Ormai lo Spider aveva infervorato la fantasia dei carrozzieri che le produssero in piccoli numeri, quali Bertone, Pininfarina, Lombardi, Scaglietti, Boano, Ghia, Savio, Moretti, Caprera, Accossato, Siata, Viotti, Frua ed altri.
Da allora si sono succeduti modelli che hanno lasciato tracce indelebili nei cuori degli appassionati, il Duetto Alfa Romeo, la prima serie nota come Osso di seppia ha conosciuto diversi restyling fino agli anni 2000 a conferma di un grande successo.
La Fiat produsse diversi spider, la Fiat 124 spider, anch’essa rimasta nel cuore degli appassionati. La Fiat Barchetta del 1995, dalle linee morbide che tuttavia non incontrò particolare apprezzamento dal pubblico di allora. Oggi in un tentativo di riscatto vi sono appassionati che le restaurano ridonando loro una nuova vita.
Forse perché guidare a cielo aperto regala un senso di libertà, di certo sono vetture di nicchia, indipendentemente dalla casa madre e dal modello; guidarle fa assaporare profumi, orizzonti a 360 gradi, il piacere dei capelli scompigliati: sono automobili da guidare serenamente, godendosi tutto ciò che sta intorno, sfruttando appieno i cinque sensi.
Forse nel cuore di molti, vedendola passare, scatta ancora il pensiero di quanto sarebbe bello esserne alla guida, magari lungo una strada a picco sul mare, nelle Langhe o in qualunque altro posto si possa godere dello Spider e di tutto ciò che lo circonda.