TORINO. A Torino comincia la prima sperimentazione in Italia di Olli, lo shuttle elettrico a guida autonoma che girerà per i primi quattro mesi di prova lungo i viali del campus delle Nazioni Unite, sulla riva del Po, per poi essere spostato in altri ambiti, dal centro città agli aeroporti. A bordo nessun autista, solo un addetto alla sicurezza per valutare che tutto funzioni. Poi la sfida più complessa, quella della strada, tra quattro mesi.
Con un’autonomia di circa 40 chilometri e la capacità di trasportare fino a 12 persone (8 sedute), Olli è assemblato utilizzando l’80% delle parti stampate in 3D (ogni veicolo viene assemblato nell’arco di una sola giornata), è a propulsione elettrica ed è alimentato da fonti pulite grazie alla partnership con Iren. Nello specifico, il rivoluzionario piccolo shuttle è azionato da quattro motori elettrici collocati nel mozzo delle ruote, che lo spingono ad una velocità massima di 25 km orari. La ricarica avviene in circa due ore.
Per i primi mesi la sperimentazione è prevista all’interno del Centro Internazionale di Formazione della Nazioni Unite (Itc-Ilo) lungo un percorso per i dipendenti e gli ospiti del campus stesso, ma Olli lascia ben sperare in una futura “boccata d’ossigeno”, se si considera che Torino rientra tra le prime città italiane più inquinate, dove ad oggi è stato superato per 20 giorni consecutivi il livello soglia di pm10.
Nato da una stampante 3D della statunitense Local Motors, Olli deve il suo apparato di sensoristica e telecamere all’americana Robotic Research, alle spalle vent’anni di esperienza nelle applicazioni militari. La sperimentazione è resa possibile grazie alla collaborazione della Città di Torino con l’Itcilo, Reale Mutua e Università di Torino. Lo shuttle, circola in un’area recintata che riproduce segnaletica e viabilità delle strade cittadine. Compresa la presenza di altri mezzi e pedoni.
Attento all’ambiente, oltre che innovativo, Olli è anche un progetto attento al sociale. A seguire un corso di formazione, per poi illustrare agli utenti il funzionamento del minibus, ci sono anche studenti e destinatari del reddito di cittadinanza. “Il minibus rappresenta la mobilità del futuro – commenta la ministra Pisano -. Serve una regolamentazione della mobilità autonoma su cui stiamo lavorando”. Un aspetto su cui si sofferma anche la sindaca Chiara Appendino: “La rivoluzione tecnologica che è in atto deve essere governata. Bisogna costruire politiche per monitorarla, mitigarne i rischi, coglierne le opportunità”.
Ovviamente, Torino vuole essere capofila, anche se in Italia, un test sui veicoli a guida autonoma era già stato avviato nei mesi scorsi a Merano, utilizzando un mezzo prodotto dalla francese Navya.