In un'intervista al Corriere delle Sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, replica a Matteo Salvini che lo ha accusato aver chiuso l'Italia fino a maggio per scelta politica.
Continua il duello a distanza tra Matteo Salvini, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, quest’ultimo accusato dal leader della Lega di aver rinchiuso in casa gli italiani fino a maggio, oltre a sospendere migliaia di attività economiche, culturali e sportive del Paese per una scelta di carattere prettamente politico.
La replica del segretario di Articolo Uno non si è fatta attendere e questa mattina ha deciso di replicare dalle colonne del Corriere della Sera attraverso un’intervista nella quale ha spiegato i motivi che hanno portato il governo a prolungare l’attuazione di misure rigorose fino al 30 aprile: “Il quadro è ancora molto serio. Il punto è adeguare le misure alla situazione epidemiologica: attualmente la maggiore preoccupazione è quella legata alle varianti“.
Speranza ha infatti sottolineato come la variante inglese sia arrivata all’86,7% di prevalenza e abbia una capacità di diffusione maggiore del 37% rispetto al ceppo originario del Covid-19. Numeri preoccupanti che hanno indotto il governo, sotto l’occhio attento dell’Istituto Superiore di Sanità, a mettere in campo misure più rigorose.
Contro chi lo accusa di rigorismo ideologico il ministro replica: “Se sono ideologico io allora lo sono anche Macron, Merkel e tutti i ministri della Salute del mondo. Ogni misura è ponderata sulla base di dati scientifici. Fidiamoci della scienza, che ci ha sempre guidato in questo anno difficile.“
Sulla possibilità di allentare le misure rigide in vigore intorno alla metà aprile per permettere la riapertura alla marea di attività commerciali costrette ad abbassare le saracinesche Speranza si è detto ottimista anche se è impossibile fare previsioni: “Non c’è una data in cui finisce magicamente tutto, ci vorrà molta gradualità. – Poi ha puntualizzato – Dobbiamo avere il coraggio di dire la verità e non illudere le persone considerando ad esempio i 3.700 posti occupati nei reparti di terapia intensiva, un numero ancora troppo alto“.
Mentre sul tema delle vaccinazioni, che ieri in Italia hanno superato la quota record di 280mila dosi inoculate in un giorno, definita “l’arma decisiva” per chiudere questa fase così difficile il ministro della Salute è quasi certo che entro la fine dell’estate tutti gli italiani che lo chiederanno potranno essere vaccinati.
Un grande aiuto per realizzare questo piano verrà fornito dalle case farmaceutiche, sempre se rispetteranno gli impegni presi: il governo prevede un’accelerazione della campagna vaccinale grazie all’arrivo di oltre 50 milioni di dosi nel secondo trimestre e 80 milioni del terzo. Senza dimenticare l’arrivo delle prime forniture del vaccino monodose di Johnson & Johnson, previsto per la seconda metà di aprile.
Infine Speranza ha voluto replicare ai numerosi che lo ha criticato per aver firmato qualche giorno fa l’ordinanza che consente di viaggiare nei Paesi dell’Ue, (nei paesi extra Ue era già consentito) a condizione di effettuare un tampone in partenza, l’obbligo al rientro di 5 giorni di quarantena alla fine del quale bisogna sottoporsi ad un ulteriore tampone: “I viaggi li abbiamo sempre sconsigliati se non necessari. La quarantena è un deterrente, ma a partire saranno solo poche migliaia di persone. Mentre se permettessimo una mobilità nazionale senza vincoli i numeri sarebbero incontrollabili“.