ROMA. Ieri si è conclusa con la XV edizione dei Giochi Mondiali Special Olimpics, disputatasi ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Hanno preso parte alla manifestazione 170 nazioni con al seguito un totale di circa 7 mila atleti. Da poco sono rientrati all’aereoporto di Fiumicino i nostri 115 azzurri, accolti nel tripudio generale da parenti, amici e tifosi, vogliosi di manifestare il loro affetto e orgoglio.
Non si può rimanere impassibili davanti alle imprese sportive e soprattutto personali di ogni singolo atleta che ha fatto parte di questa spedizione, portatore di un valore aggiunto, di una storia, di emozioni che hanno pervaso i cuori di coloro i quali hanno vissuto quest’esperienza in prima persona, e di quelli che dall’altra parte del mondo hanno assistito alle loro gesta pervasi dal più sincero orgoglio e da un’enorme passione. Spesso si sente parlare in diversi contesti, che lo sport non rappresenti più un sano portatore di valori, che sia diventato un business capace di guardare solo al mero guadagno economico e alle logiche di vittoria a qualsiasi costo, senza alcun rispetto per gli avversari e per il pubblico. Questa manifestazione è stata in grado di mostrare il lato positivo dello sport, capace di trasmettere l’esempio che nella vita come nello sport ciò che conta davvero non è tanto il raggiungimento a tutti i costi della vittoria, quanto l’aver dato il massimo per poterla raggiungere. Con questa considerazione ci vogliamo agganciare al motto storico della manifestazione che recita:
Fa’ che io vinca. Ma se non potrò vincere, fa’ che sia coraggioso nel provarci.
Alessandra Palazzotti, direttore nazionale di Special Olympics Italia, attraverso un post su Facebook ha voluto manifestare la grande soddisfazione e l’affetto per atleti, familiari, tecnici, componenti dello staff e volontari che hanno fatto parte della compagine azzurra. La sua lettera aperta recita così : ” Jennifer sedeva sempre sola nel pullman della scuola, Massimo percepiva le sue difficoltà rispetto ai suoi coetanei, Veronica credeva di essere “ammalata” di Sindrome di Down, Federico preferiva lasciar stare piuttosto che affrontare le nuove esperienze, Gerald ha rischiato di non partire per i Giochi Mondiali di Abu Dhabi perché ha un passaporto da rifugiato politico. Sono iniziate così alcune storie dei 115 atleti azzurri che hanno rappresentato il nostro paese ai Giochi Mondiali di Abu Dhabi, le vostre storie. Avete appena scritto una bella pagina, avete appena cambiato il finale con il vostro viaggio negli Emirati Arabi Uniti, uno straordinario contesto che per la sua cultura e la storia ha rappresentato un’assoluta sfida. Insieme ad altri 6885 atleti provenienti da tutto il mondo avete lanciato un messaggio culturale di inclusione attraverso lo sport senza precedenti. Una call to action a cui l’italia ha risposto fortemente coinvolgendo per la prima volta le massime cariche istituzionali: il premier Conte, la presidente del Senato Casellati, il presidente della Camera Fico e il Ministro Fontana. Poi ancora il Coni, con Malagò, Pancalli e un popolare presentatore tv che per noi é anche e soprattutto un papà speciale: Paolo Bonolis.
A proposito di tv, la Rai e la carta stampata nazionale hanno dato voce ogni giorno alle vostre storie, siete degli eroi, quelli che Special Olympics in tutto il mondo ama chiamare i Game Changers: coloro che non si arrendono alle difficoltà e, se pensano che siano sbagliate, le regole del gioco le cambiano. Avete rivoluzionato le prospettive da cui guardare le persone, avete vinto tante medaglie ad Abu Dhabi, ma soprattutto avete vinto sui dubbi, le perplessità e i pregiudizi di chiunque vi abbia guardato giocare. Il tutto ancora una volta attraverso lo straordinario potere dello sport.
Vi invito ora a fare tesoro di questa esperienza appena vissuta. Agli atleti dico di mantenere alte nel tempo l’autonomia e l’autostima raggiunte in questi giorni, siete voi i primi Game Changers di Special Olympics, nel vostro quartiere, nella vostra città, ovunque viviate.
Invito tutti a raccontarla ad altri questa esperienza, condividendo il più possibile le emozioni che avete provato. Non stancatevi mai di farlo. Solo così l’inestimabile valore di questo viaggio moltiplicherà arrivando a coinvolgere un numero sempre crescente di giovani e di potenziali atleti Special Olympics. Ci sono ancora tante persone con disabilità intellettive che non sanno di avere l’opportunità di fare sport, di migliorare sensibilmente la propria vita. Aiutateci a trovarle, a farle uscire di casa, a far loro scoprire in prima persona ciò che voi avete vissuto sulla vostra pelle. Scriviamo insieme la storia di tante famiglie e tentiamo – con tutte le nostre forze – di voltare pagina anche per loro perché il finale, voi lo sapete, può ancora cambiare e sorprendere. Vi lascio con il poster della delegazione italiana ai Giochi Mondiali Special Olympics, Abu Dhabi 2019. Sono certa che troverà spazio nelle vostre case. Nella mia l’ha già trovato.
Sono molto orgogliosa di voi, un forte abbraccio.”
La redazione de “Il Valore Italiano” ringrazia tutta la delegazione di Special Olympics Italia per le emozioni che ci ha fatto vivere e per avere avuto l’onore di poterle scrivere, a volte con un sorriso tra le labbra ed altre con una lacrima di gioia. Grazie per l’esempio che ci avete trasmesso.