Sindrome dell’arto fantasma, in inglese Phantom Limb Syndrome (PLS), si riferisce all’insieme di sensazioni che percepisce un arto che, di fatto, non c’è più. Inizialmente questo veniva ritenuto un disturbo di natura psichica, ma oggi è riconosciuto in quanto causato da cambiamenti a livello spinale e cerebrale dopo un’amputazione.
Le persone che hanno subìto un’amputazione hanno riportato la percezione dell’arto mancante in diversi modi, distinguendo innanzitutto le sensazioni dolorose da quelle indolenti. Il denominatore comune è l’impressione di possedere ancora l’arto, avvertendone anche la posizione.
Ma qual è l’origine di questa sindrome? Secondo alcune ricerche, nella storia della medicina ci sono stati diversi episodi da ricordare. Questa sindrome viene descritta per la prima volta nel 1552 da Ambroise Paré, un chirurgo francese, il quale iniziò a raccogliere le dolorose testimonianze dei soldati reduci di guerra a cui venivano amputati degli arti. Successivamente, la stessa condizione venne poi osservata anche da altri personaggi, tra cui matematici, filosofi, fisici ed anatomisti.
Il primo a considerare la percezione sensoriale alla base di tale sindrome fu William Portfield, il quale descrisse in un manoscritto del XVIII secolo la sua diretta esperienza: l’amputazione della sua stessa gamba.
Ma solo negli anni Novanta fu presa in considerazione la neuroplasticità come spiegazione dei sintomi, ovvero la capacità del cervello di modificare le proprie connessioni neuronali in base all’esperienza vissuta. Rimanendo però da capire in quale modo i cambiamenti a livello nervoso porterebbero alla sindrome dell’arto fantasma.
Inoltre, uno studio americano del National Center for Biotechnology Information ha rilevato che le percezioni dell’arto mancante spaziano da quelle non dolorose (come la percezione di movimento) a quelle esterne (la temperatura, il tatto, la pressione, la sensazione di prurito).
Gli esperti sostengono sia importante fare una distinzione tra la sindrome dell’arto fantasma ed il dolore post-amputazione. In quasi tutti i pazienti operati sembra svilupparsi tale sindrome, mentre nel 51% dei casi si protrae fino ad una sintomatologia dolorosa.
Il dolore cronico dell’arto fantasma non è ancora del tutto chiaro a livello medico, ma risulta molto debilitante, influenza la vita quotidiana della persona e ne limita l’indipendenza sia fisica che emotiva, talvolta fino a sfociare nella depressione.
Le persone che soffrono della sindrome da arto fantasma sostengono di percepire che l’arto amputato sia ancora presente e funzionante, come di consueto. In molti casi hanno anche avvertito un intervallo delle sensazioni nell’arto fantasma, che includono:
Talvolta questi sintomi possono essere delicati, ma è un problema quando questi risultano invece debilitanti ed interferiscono con le attività quotidiane.
Secondo gli esperti, alcuni fattori che potrebbero contribuire allo sviluppo di questa sindrome nei pazienti amputati includono:
Sembrerebbe trattarsi di un fenomeno comunemente trovato negli adulti e non nei bambini, si ipotizza che probabilmente questo sia dovuto dal funzionamento del cervello in base all’età.
Ad ogni modo, il trattamento del dolore da arto fantasma sembra essere ancora oggi una sfida per la medicina del dolore, in quanto non esiste una vera e propria terapia specifica.
Attualmente si può ricorrere ad una terapia farmacologica classica, a base di analgesici. A queste terapie si affiancano poi misure alternative per alleviarne i sintomi, come ad esempio l’agopuntura, il massaggio, l’ipnosi o la Mirror Box Therapy. Quest’ultima, ad esempio, permette di visualizzare il riflesso dell’arto intatto nel piano visivo dell’arto mancante, costringendo in questo modo il cervello a credere che sia l’arto fantasma a muoversi. Un metodo che sembra aver portato effetti benefici a lungo termine su molti pazienti.
La sindrome dell’arto fantasma è la sensazione di persistenza di un arto che è stato amputato e la maggior parte delle persone che ha subìto un’amputazione ne soffre, spesso provando la sensazione di forte dolore, che può anche peggiorare a causa di stress, ansia e cambiamenti climatici.
Tale sindrome differisce dal dolore fantasma, che insorge quando i nervi – normalmente presenti nell’arto mancante – causano dolore.
Le sensazioni che si provano variano comunque in base al soggetto: alcuni provano dolore, altri prurito, altri ancora sensazioni di sbalzi di temperatura, di pressione, formicolio, etc. Quando i sintomi sono troppo forti ciò può essere debilitante e può interferire con le attività quotidiane.
Ad oggi non vi è ancora una cura specifica per il dolore da arto fantasma, quindi chi ne soffre ricorre alla terapia farmacologica classica e affianca misure alternative per alleviare i sintomi: massaggi, agopuntura ed ipnosi. Un nuovo metodo utilizzato, che sembra essere molto efficace, è la Mirror Box Therapy, che permette di visualizzare il riflesso dell’arto intatto nel piano visivo dell’arto mancante. In questo modo il cervello crede che sia l’arto fantasma a muoversi.
Valeria Glaray