La sindrome della morte in culla (SIDS, Sudden Infant Death Syndrome) è la morte improvvisa ed inspiegabile di un bambino al di sotto dell’anno di età e riguarda quasi sempre bambini apparentemente sani e che muoiono nel sonno, per questo motivo viene chiamata “morte in culla”.
La definizione SIDS si applica quando si possono escludere, previa autopsia ed analisi accurate dello stato di salute del bambino e delle circostanze della sua morte, tutte le altre cause note per spiegare il decesso del neonato.
Gli esperti spiegano che non è stata ancora definita ed accertata con sicurezza una specifica causa medica in grado di spiegare la SIDS, ma pare vi siano una serie di comportamenti e di fattori di rischio che possono incidere in maniera significativa sulla probabilità che questa si verifichi: dalle infezioni delle vie respiratorie allo stress fisico, ai cambiamenti dovuti all’irregolarità nei ritmi cardiaci e del sonno.
Tra questi vanno ad incidere anche alcune cause esterne, ad esempio: l’esposizione del feto o del neonato al fumo passivo, la nascita prematura, l’allattamento artificiale, la temperatura troppo elevata nell’ambiente dove il bambino riposa, la posizione sbagliata nella culla. In quest’ultimo caso il rischio di mortalità risulta essere più elevato per i bambini che dormono in una posizione prona (a pancia in giù) rispetto a quelli che dormono in posizione supina.
È però importante sottolineare che, secondo quanto emerso da numerose statistiche, si è riscontrata una notevole diminuzione delle morti in culla, grazie soprattutto al contributo che le campagne pubblicitarie hanno fornito informando i genitori sui possibili fattori di rischio e sulle modalità per eliminarli.
La morte di una persona cara è già di per sé difficile, ma quella di un bambino è sempre un evento tragico e difficile da accettare, a maggior ragione è importante conoscere e parlare di tale sindrome, le cui cause improvvise non sono ancora del tutto chiare alla scienza.
Come accennato in precedenza, le cause della morte in culla non sono ancora note, nonostante moltissimi studi e ricerche. Sono però noti alcuni fattori di rischio che la favoriscono, in particolare anomalie di aree del cervello che controllano la respirazione durante il sonno.
Inoltre, secondo gli esperti, la SIDS pare abbia una più elevata probabilità di verificarsi quando sussistono alcune condizioni e comportamenti da parte dei genitori e di coloro che curano i neonati.
Tra i fattori di rischio si possono riscontrare:
La morte in culla viene diagnosticata solo quando si possono escludere tutte le cause di morte conosciute e questo richiede l’autopsia ed un’analisi molto accurata delle circostanze e dell’ambiente in cui il piccolo è morto.
Attualmente non si dispone di strumenti assolutamente efficaci che permettono di prevenire questo tipo di morte con sicurezza, vi sono però delle prove scientifiche che sostengono come alcune misure ambientali possano diminuire in misura concreta tale rischio.
Le misure che si sono dimostrate utili per ridurre il rischio di morte in culla sono le seguenti:
La SIDS è la sindrome della morte improvvisa in culla, si tratta di un decesso inaspettato e che interessa i bambini al di sotto di un anno di età e, all’apparenza, privi di anomalie o patologie. Si tratta di un fenomeno abbastanza raro e che insorge per motivi che i medici ancora non conoscono, nonostante vari studi e ricerche scientifiche.
Ad oggi non ci sono dei rimedi efficaci che possono evitare la SIDS, ma gli esperti spiegano che vi sono alcune precauzioni per far sì che ciò non accada, ad esempio: far dormire il bambino sulla schiena, non fumare né in gravidanza né in sua presenza, non far dormire il neonato in materassi troppo morbidi e con coperte o piumini troppo soffici, assicurarsi che dorma con una temperatura ideale.
Per maggiori informazioni è importante rivolgersi al proprio medico pediatra di fiducia o ad altro professionista qualificato.
Valeria Glaray