“Non è ancora cominciata l’estate e siamo in assenza di risorse idriche, è la tempesta perfetta“. Queste le parole di Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del fiume Po-MiTE, in un video aggiornamento sulla situazione di grave siccità del bacino padano.
E la definisce la tempesta perfetta perché “negli ultimi 6-8 mesi la neve dell’inverno ha raggiunto un picco di meno 60-70%“, una situazione che ha influito negativamente sullo “stoccaggio dell’acqua necessaria al riempimento dei grandi laghi regolati”. Oltre alla mancanza di neve nei mesi invernali va aggiunto che nel bacino padano non piove da almeno 120 giorni e che le temperature sono più alte di 3-4 gradi rispetto alla media del periodo.
La soluzione principale secondo Berselli sarebbe quella di sostenere la portata nel Delta del Po dove ci sono due fattori determinanti: l’avanzata del cuneo salino e il rischio di scarsità idrica per l’uso potabile che riguarda 750mila persone.
“L’intrusione del sale – spiega – è già entrato per 21 chilometri perché il livello così basso del fiume permette al mare Adriatico in alta marea di penetrare e di cambiare le caratteristiche della falda, che da acqua dolce si trasforma in salmastra“, diventando “inutilizzabile per le colture, quindi con un danno ambientale ed economico. Secondo aspetto è la portata cosi bassa che potrebbe influenzare il prelievo per i potabilizzatori che distribuiscono l’acqua nella parte finale del fiume per 750mila utenti“.
L’esigenza di mitigare queste due problematiche ha così spinto l’Autorità a distrettuale del fiume Po-MiTE a chiedere il cosiddetto ‘semaforo rosso‘ e di tagliare il 20% d’acqua per il comparto agricolo, settore che rappresenta il 40% del Pil nazionale. Queste soluzioni, secondo i modelli elaborati dall’Autorità, consentirà di sostenere l’attuale livello del Po, ovvero la portata vitale “per scongiurare rischi per l’idropotabile e un’incursione ancora maggiore del cuneo salino“.