TARANTO. Il premier Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli sono sulla stessa lunghezza d’onda. «I temi su cui stiamo lavorando con Mittal sono: avviare una robusta transizione energetica, l’occupazione, gli investimenti per il risanamento ambientale. Il negoziato è solo all’inizio, e il governo sta facendo delle controproposte al signor Mittal. Confermo che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche per salvare l’azienda: quando ho detto Sistema Italia intendevo questo», ha dichiarato alla stampa Conte. Patuanelli, intervistato su La7 nel programma “L’aria che tira”, ha affermato: «Al Mise stiamo disegnando un piano industriale nuovo, con la presenza dello Stato come garante. I Mittal hanno la volontà di ridiscuterlo, ed è una bufala quella dell’offerta di un miliardo per andarsene. Il 20 dicembre, poi, ci sarà l’udienza in tribunale, e staremo a vedere cosa accadrà».
Nel frattempo L’Unione Sindacale di Base (Usb) Puglia ha proclamato per oggi, 10 dicembre, un nuovo “sciopero combattivo” per tutti i turni di lavoro con manifestazione sotto gli uffici tarantini della multinazionale. I temi caldi restano gli stessi: via ArcelorMittal da Taranto, nessun licenziamento e garanzie occupazionali per i lavoratori diretti e indiretti, oltre a una nazionalizzazione finalizzata a un accordo di programma che porti alla definitiva chiusura delle fonti inquinanti. “Usb continuerà quindi ad incalzare anche questo governo e lo diffida dal proseguire in trattative con ArcelorMittal che ha dimostrato di non avere alcun reale interesse alla fabbrica, ai lavoratori, alla città”, si legge in un comunicato.
Giorni ancora caldi questi per la questione ex Ilva. Previsto un nuovo incontro al Mise domani, mercoledì 11 dicembre, tra commissari straordinari e l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli, mentre il giorno dopo, 12 dicembre, sono stati convocati i sindacati. L’obiettivo è di arrivare a un accordo con ArcelorMittal prima del 20 dicembre, data della prossima udienza davanti ai giudici di Milano. E mentre tutti sono in fermento per arrivare a una soluzione che salvi posti di lavoro, salute dei cittadini, e ambiente, l’attivista Luciano Manna ricorda con un post su Facebbok, e attraverso uno scatto di Angelo Cogotzi che non avrebbe bisogno di commenti, quanto accadeva a Taranto già una quarantina di anni fa. “Il porto di Taranto è costruito sui rifiuti industriali: loppa, scorie di altoforno e acciaieria. In questa foto scattata alla metà degli anni ’80 i mezzi perlini dell’Italsider, oggi Ilva gestita da ArcelorMittal, scaricano i rifiuti industriali direttamente nel mare per creare una colmata che poi darà vita al fantastico molo Polisettoriale che oggi i ministri inaugurano sorridenti calpestando veleni. I rifiuti non sono tutto. I fusti non si vedono. Senza dimenticare che in poche notti questa maledetta fabbrica ha cancellato il corso naturale del Tara e ha cancellato l’esistenza di Pino solitario e Lido Venere”.
Simona Cocola