Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sull’emergenza provocata dall’aggressione militare all’Ucraina. Nel testo c’è l’autorizzazione, data fino al 31 dicembre 2022, a cedere armi da guerra direttamente alle autorità di Kiev, dopo una preventiva risoluzione delle Camere. L’elenco di mezzi, materiali ed equipaggiamenti consegnati sarà all’interno di un decreto del ministero della Difesa. Si tratta prevalentemente di missili antiaerei e anticarro, di mitragliatrici e munizioni. Del trasporto e della consegna si occuperà la Nato.
All’articolo 2 del decreto ci sono le misure per far fronte all’emergenza energetica, legata sempre alla guerra in Ucraina. In pratica, si dà l’autorizzazione, in caso di emergenza, a ridurre l’energia elettrica prodotta dalle centrali a gas, sostituendola con “altre fonti“. Si tratta quindi, ne parla il secondo comma, della riapertura delle centrali a carbone, già anticipata dal presidente del Consiglio Draghi nel suo discorso alla Camera. Al comma 3 si specifica che i limiti di emissione previsti degli impianti a carbone saranno quelli in vigore nell’Unione europea e non quelli, più restrittivi, della normativa nazionale.
Nel decreto anche le misure straordinarie di accoglienza ai profughi provenienti dall’Ucraina. Sono stati stanziati 10 milioni di euro per fare fronte alle prime emergenze.