• 2 Novembre 2024
  • POLITICA

Sempre più liti nella maggioranza, Draghi convoca Cdm

Nella riunione lampo il presidente del Consiglio chiede la fiducia sul decreto Concorrenza

La maggioranza appare sempre più litigiosa e divisa. Provvedimenti fondamentali su cui il governo è costretto a defatiganti trattative. Ritardi continui. Distinguo su linee di politica internazionali, smarcamenti, fughe in avanti. La pazienza di Draghi potrebbe finire presto, dicono gli esperti di palazzo Chigi. E così oggi il presidente del Consiglio ha convocato a sorpresa un consiglio dei ministri del tutto inatteso. L’ordine del giorno è di tre parole: “comunicazioni del presidente“. E la riunione è altrettanto breve: 10 minuti, per chiedere e ottenere l’autorizzazione a mettere la fiducia sul decreto concorrenza.

Il decreto concorrenza e lo scontro sui balneari

Nell’immediato infatti lo scontro è, appunto, sul decreto Concorrenza. Un provvedimento importante soprattutto per i fondi del Pnrr. Il via libera sarebbe dovuto arrivare già prima di Pasqua, e invece il pacchetto è ancora impantanato in commissione al Senato. Pesa il mancato accordo sulla questione dei balneari e le spiagge in concessione. Un po’ come accaduto con la riforma fiscale, frenata dallo scontro sul catasto. Anche in questo caso a mettersi di traverso è il Centrodestra di governo. Forza Italia e Lega hanno chiesto, attraverso i rispettivi capigruppo a palazzo Madama, ulteriori approfondimenti per arrivare a un testo condiviso da tutta la maggioranza, facendo infuriare il capo del governo. Lo scontro riguarda le nuove gare che, a detta dei partiti di centrodestra, non tutelerebbero adeguatamente le imprese già titolari di concessioni.

I distinguo sulle armi all’Ucraina

Ma a preoccupare il governo c’è anche la posizione sulla guerra in Ucraina. Oggi c’è stata l’informativa di Draghi, che ha raccolto sostanziale consenso, ma non sono mancati i “distinguo“. In particolare di Movimento 5 stelle e Lega, contrari all’invio di nuove armi a Kiev. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini, intervenendo in aula al Senato, ha ringraziato Draghi per “le sue parole di pace“, poi ha aggiunto: “A quasi tre mesi dall’inizio del conflitto, chi continua a parlare di armi e distruzione non fa il bene dell’Ucraina. E nemmeno dell’Italia“. Poi l’affondo: “Qualcuno in quest’aula parla di inviare altre armi. Io non ci sto“.

Conte: “Armi? Abbiamo già dato”

Anche l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è espresso contro l’invio di nuove armi a Kiev. “Abbiamo già dato“, ha tagliato corto, sottolineando come, ora, l’Ucraina sia uno dei paesi più armati. “Lo strumento dell’invio delle armi, stando ai risultati ottenuti dopo 85 giorni, non è efficace per costruire la pace. Questo è il motivo per cui chiediamo che presto l’Aula possa esprimersi nuovamente con un voto“, ha spiegato il capogruppo alla Camera del Movimento 5 stelle Davide Crippa. Ieri l’ira del Movimento per l’elezione di Stefania Craxi a presidente della Commissione Esteri del Senato, dove Italia viva ha votato con il Centrodestra. Una vicenda che ha portato il leader grillino Conte a parlare di “Maggioranza che esiste solo sulla carta“.

Emanuele Iacusso

Classe 1971, studi di filosofia, giornalista professionista. Si occupa da 20 anni di politica, come assiduo frequentatore di Palazzi romani. Ha lavorato lungamente in radio e in televisione, presso importanti network nazionali. Tra le passioni i motori, l'astronomia e lo sport.

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