ROMA. La scuola italiana nel prossimo decennio si ritroverà con un milione di studenti in meno e circa la metà degli attuali docenti che andranno in pensione. Lo afferma un rapporto Ocse secondo cui l’Italia ha la quota maggiore di docenti ultra cinquantenni (59%) e anche la quota più bassa di insegnanti di età tra i 25 e i 34 anni nei Paesi Ocse. Il 68% degli insegnanti ha dichiarato che migliorare i salari dei docenti dovrebbe essere una priorità.
Tra i dati negativi che emergono dal Rapporto Ocse “Education at a Glance 2019”, presentato a Parigi riguarda i neet, termine ingloese con cui si indicano giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro, né nella formazione, Il nostro Paese registra la terza quota più elevata di giovani che non lavora, non studia e non frequenta un corso di formazione (il 26% tra quelli tra 18 e 24 anni è neet, rispetto alla media Ocse del 14%).
Qualche dato positivo comunque il Rapporto lo svela. Il primo è che in Italia tutti i giovani di età compresa tra i 6 e i 14 anni – l’età che copre la scuola dell’obbligo nella maggior parte dei Paesi dell’Ocse – sono scolarizzati. Non solo: la piena scolarizzazione (i tassi di scolarizzazione superiori al 90%) inizia prima nel nostro Paese, all’età di 3 anni, con un tasso di scolarizzazione del 94% tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, rispetto all’87% in media nei Paesi dell’Ocse.