• 22 Novembre 2024
  • SCUOLA

Scuola, Miani: “Basterebbero circa 150 euro a classe monitorare la CO₂”

Il presidente di SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale, e docente di Prevenzione Ambientale all’Università Statale di Milano spiega in che modo sarebbe possibile prevenire

Come in più occasioni ribadito dal premier Mario Draghi e dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi la scuola è uno dei temi che sta più a cuore a questo Governo. Nonostante la quarta ondata di Covid abbia creato molti allarmismi tra genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, l’attuale esecutivo sempre manifestato la volontà ferrea di garantire il regolare svolgimento delle lezioni in aula.

Il primo lockdown e il conseguente ricorso alla Dad per svariati mesi ha segnato profondamente il mondo della scuola, soprattutto gli studenti che sono stati quelli maggiormente penalizzati. Il ricordo vivido di questa spiacevole situazione non ha mai abbandonato i cuori e le menti del Presidente del Consiglio e del titolare del dicastero di viale Trastevere, che escludono categoricamente un ricorso generalizzato alla didattica a distanza perché “provoca disuguaglianze destinate a perdurare nel tempo“.

Ma secondo il parere di diversi esperti, politici e rappresentanti di associazione all’interno degli istituti scolastici il rischio di trasmettere e contrarre il virus è nettamente più alto rispetto a qualsiasi altro luogo. Oltre alla difficolta oggettiva per dirigenti e professori di far mantenere le distanze di sicurezza tra i giovani, soprattutto fuori dagli orari di lezione, tra i problemi più rilevanti va evidenziato quello inerente la qualità dell’aria che si respira all’interno delle aule.

Alessandro Miani - monitoraggio co2
Alessandro Miani (Facebook)

L’intervista a Alessandro Miani (SIMA)

Su quest’ultimo tema è intervenuto il Professore Alessandro Miani, presidente di SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale, e docente di Prevenzione Ambientale all’Università Statale di Milano. Con l’organizzazione no profit di cui è a capo in più occasioni si è battuto per portare avanti una campagna di sensibilizzazione con un obiettivo ben preciso: assicurare le lezioni in presenza è possibile grazie al monitoraggio della CO₂ all’interno delle classi.

Come è stato dimostrato scientificamente – spiega Miani – il virus viaggia attraverso la trasmissione aerea e si diffonde attraverso le particelle emesse nell’aria durante l’espirazione. L’anidride carbonica, infatti, al pari dell’aerosol di goccioline fisiologiche potenzialmente infette che emettiamo con l’espirazione, è un indicatore di rischio importante. Ricordiamo che negli ambienti chiusi, poco ventilati e con livelli di umidità alti il virus resta vitale per circa due secondi e mezzo e l’aerosol che lo contiene può arrivare a percorrere oltre 10 metri di distanza da chi lo espira.” 

Ma in che modo si può monitorare il livello di anidride carbonica presente in un ambiente chiuso?

Per farlo è possibile utilizzare un dispositivo smart per il monitoraggio della CO₂ . Il mio consiglio è di non utilizzare uno di quelli disponibili a prezzi stracciati sul web, con tutto il rispetto per le case produttrici di questi strumenti, ma è necessario impiegare modelli che siano validati scientificamente e che possano essere calibrati manualmente. Inoltre tutti gli acquisti inerenti la Pubblica Amministrazione vanno effettuati attraverso la piattaforma MEPA.

Così come appurato da accurati studi scientifici si è stabilito che la soglia più bassa di rischio si verifica quanto i livelli di anidride carbonica sono pari o inferiori a 700 ppm (parti per milioni). Ma questo parametro potrebbe cambiare nel futuro, motivo per cui è fondamentale poterlo calibrare manualmente. Dai 700 agli 800 ppm il rischio è medio, dagli 800 ai 1000 ppm il rischio è alto, e infine oltre i 1000 ppm il rischio è considerato molto alto.

In che modo il dispositivo ci segnala la qualità dell’aria?

Il macchinario ci aiuterà a capire a che livello di rischio siamo grazie ad un semplicissimo sistema a semaforo: la luce sarà verde se la qualità dell’aria è idonea, gialla se il rischio di contagio è medio, rossa se tale il rischio di respirare aria potenzialmente infetta è alto.

Nel caso in cui la qualità dell’aria non sia più ottimale basterà aprire una finestra, per permettere il ricircolo dell’aria e far tornare la luce verde. Nel caso in cui la temperatura all’esterno sia troppo fredda, così come denunciato da molti studenti recentemente, un’altra soluzione consiste nell’aprire la porta dell’aula collegata con i corridoi della scuola.”

Qual è il costo medio per questa tipologia di macchinari?

“Il costo si aggira intorno ai 150 euro a dispositivo, un investimento notevolmente ridotto rispetto a sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) e quelli di purificazione dell’aria i cui prezzi partono da una soglia minima di 4mila euro fino a oltre 10mila euro. Senza dimenticare i costi di installazione, le eventuali manutenzioni da effettuare nel corso del tempo e le spese derivanti dagli alti consumi energetici. Mentre con i dispositivi smart di monitoraggio della CO₂ diventa tutto estremamente più semplice e decisamente meno oneroso.

Ma anche nel caso in cui un’istituto scolastico decidesse di fare un investimento importante e dotarsi di un sistema VMC bisognerebbe essere esperti in materia e investire in maniera saggia il denaro pubblico. A mio parere i migliori sono quelli che prefiltrano e riscaldano l’aria che immettono all’interno dell’ambiente indoor. E sottolineo che il prezzo è identico a qui macchinari che non hanno le stesse tipologie di funzioni.”

Ci conferma che oltre a queste due soluzioni ce ne sarebbe una terza del quale francamente si è sentito parlare poco?

“Si tratta della filtrazione nanometrica o decontaminazione dell’aria su scala nanometrica. È un sistema inventato dall’apparato militare statunitense con l’obiettivo di contrastare eventuali guerre batteriologiche. La particolarità è che riesce ad uccidere particelle fino a 20 volte più piccole del Sars-Cov-2. In questo caso specifico i costi si aggirano intorno intorno ai 600 euro a dispositivo.

In definitiva i dirigenti scolastici avrebbero il budget a disposizione per dotare ogni aula della scuola con almeno il sistema smart di monitoraggio della CO₂?

“A mio modesto parere assolutamente sì. Se guardiamo al recente passato sono stati investiti 300 euro per ogni banco a rotelle, scelta che poi non si è rivelata in alcun modo utile, mentre in questo caso la spesa sarebbe molto più contenuta e decisamente utile per la salute di studenti, insegnanti e soprattutto per la salute pubblica. Vorrei aggiungere che fonti molto attendibili mi hanno anticipato dell’uscita a breve sul MEPA di un nuovo dispositivo, con le medesime caratteristiche e affidabilità, con costi ancora più contenuti: 80 euro inclusa l’IVA.

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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