• 22 Novembre 2024
  • SCUOLA

Scuola: giustizia ambientale, un progetto che procede

Qualche mese fa ho parlato, proprio in una pagina di questo giornale, di un progetto di educazione alla cittadinanza dal titolo assai impegnativo “Insieme per l’ambiente, sensibilizziamo le nuove generazione sulla giustizia climatica”.

Quando l’ho citato ancora non era partita l’attività e, di conseguenza, l’iniziativa era stata solo preparata ma non era certa la sua attuazione e, in quel momento, non si aveva ancora sicurezza della sua possibile realizzazione. Dopo qualche mese ho voluto fare una verifica e mi sono imbattuto in scoperte piacevoli, che desidero riassumere e presentare.

Il progetto

Mi sembra utile richiamare brevemente il quadro progettuale. Rispondendo ad un bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, un ente del terzo settore ha presentato una proposta formativa destinata agli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, per offrire a questi docenti un’occasione di apprendimento sulle tematiche dell’educazione alla cittadinanza , con particolare riferimento alle problematiche dell’ambiente in generale e alle questioni climatiche in particolare.

Sotto questo punto di vista già nel titolo vi era un’espressione che non rientra nel linguaggio comune e corrente, ma che è destinata a diventare elemento del patrimonio culturale delle nuove generazioni, “giustizia climatica”.

Il progetto prevedeva attività formative a distanza, con quattro incontri molto specifici: cambiamenti climatici: scenari attuali e futuri; gestione e recupero dei rifiuti, agroecologia ed economia circolare; problematiche ed attualità agroecologiche, decarbonizzazione e transizione energetica, edilizia sostenibile; mobilità sostenibile.

Ho riportato i titoli degli argomenti inseriti nel progetto formativo per dare un quadro assai puntuale dei contenuti delle lezioni e per mettere in evidenza le peculiarità dell’intervento formativo che, tra gli altri aspetti, punta a far capire quanto le tematiche trattate siano legate al dibattito culturale e scientifico oggi in corso.

giustizia ambientale
Piazza Castello, Torino: studenti in piazza per il corteo del Fridays For Future (Torino Top News)

La risposta dei docenti

Come è facilmente intuibile, il progetto, se da un lato conteneva argomenti interessanti da approfondire, dall’altro poteva essere considerato troppo elitario e, di conseguenza, riservato a pochi docenti dotati di particolari sensibilità, collegate a specifiche, personali inclinazioni per gli argomenti trattati. Un esame però attento delle numerose adesioni e delle conseguenti frequenze invece dimostra non solo un particolare interesse dei docenti in generale, ma anche una proficua partecipazione agli approfondimenti proposti durante le lezioni programmate.

Padre Guido Miglietta, che è per alcuni versi l’anima del progetto e che materialmente ha curato il coordinamento di questa fase, è entusiasta per il riscontro avuto dai docenti. Dai dati che ci fornisce si ricava che oggi oltre ottanta insegnanti stanno lavorando su questi temi, recuperando anche altro materiale e che trenta scuole, distribuite su tutto il territorio nazionale, dal Piemonte alla Puglia e alle isole, hanno accettato di essere coinvolte e, di conseguenza, stanno sperimentando alcuni percorsi di educazione climatica.

È opportuno sottolineare in questa sede, come del resto evidenzia Guido Miglietta in modo molto appropriato, due elementi molto importanti. Il primo: essendo l’educazione climatica e quindi anche la più ampia educazione ambientale, un’attività didattica che necessariamente deve coinvolgere sull’argomento competenze diverse, quindi più docenti all’interno dei singoli istituti , si sono formati gruppi di lavoro che hanno prodotto o stanno producendo unità didattiche di approfondimento. Questo lavoro, comune e condiviso, permette di costruire moduli che, opportunamente tarati, contribuiscano a rendere, da un punto di vista pedagogico, la scuola sempre più inclusiva, secondo anche le indicazioni della Costituzione e delle successive leggi attuative.

Il secondo: tutto questo lavoro degli insegnanti ovviamente non sarà fine a se stesso, perché, essendo sperimentato nelle classi da docenti che hanno realizzato la UDA, questa attività didattica permetterà di validare l’efficacia del progetto e, di conseguenza, di offrire l’occasione per costruire “buone pratiche”, ossia pacchetti formativi che possono essere trasferiti in altre sedi.

In parole molto semplici: queste trenta scuole, che hanno aderito al progetto, avendo la possibilità di scambiare reciproche esperienze, diventano un laboratorio a livello nazionale, con la possibilità di essere referenti per altri istituti che, fino ad oggi, pur avendo un interesse ad affrontare queste tematiche, non hanno avuto occasione di partecipare alla costruzione di percorsi di educazione ambientale. Le buone prassi sono occasione di nuovo lavoro, con tutte le conseguenze del caso.

Gli studenti e le studentesse

Nel progetto gli studenti e le studentesse non sono stati tralasciati. Nella sostanza, ad una verifica seria, sono i veri protagonisti del percorso formativo perché vengono aggiornati i docenti affinché siano in grado di offrire l’occasione ai loro allievi di ricevere un’educazione puntuale, con contenuti aggiornati ed attuali, alla cittadinanza, con particolare riferimento alla giustizia climatica.

Ritengo che si possa anche dire, alla luce di quanto emerge dopo un primo attento monitoraggio del lavoro in essere, che a loro è riservato un ruolo anche attivo perché sono chiamati non a ricevere una serie di nozioni, ma sono coinvolti e chiamati a contribuire alla realizzazione del progetto. Nelle unità didattiche di apprendimento dovranno svolgere – e in questo caso il futuro è d’obbligo – ricerche, esami di documenti, interviste, per costruire direttamente i percorsi didattici indispensabili per raggiungere gli obiettivi indicati nel progetto in modo puntuale. Anche questo è un elemento sicuramente da apprezzare.

In un momento successivo torneremo sull’argomento per verificare il livello raggiunto con questo lavoro.

Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative

Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati