Il presidente nazionale dell'Anp sottolinea come nei 350 milioni erogati alle scuole non possano essere utilizzati per acquistare i dispositivi di ventilazione meccanica e i misuratori di CO2 nelle aule
L’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola vuole fare luce su una vicenda che negli ultimi giorni ha destato grande interesse nell’opinione pubblica e scatenato una coda di polemiche. Sul banco degli imputati ci sarebbero i dirigenti scolasti ai quali è stato domandato su come siano stati utilizzati i denari provenienti dal fondo di 350 milioni di euro istituito dal “decreto sostegni bis” e, in particolare, delle ragioni per cui non sono stati realizzati dei sistemi di aerazione.
Sulla vicenda è intervenuto il Presidente nazionale dell’ANP, Antonello Giannelli, che ha specificato come tali fondi non fossero destinati, e oltretutto per legge non potrebbero esserlo, a questo tipo di acquisti: “È ben noto che la legge 23/1996 attribuisce la competenza a installare qualsivoglia impianto nelle scuole esclusivamente agli enti locali, non certo alle istituzioni scolastiche. Inoltre, la disposizione di legge che elenca con precisione le destinazioni di spesa di quei 350 milioni è il comma 4-bis dell’articolo 58 del decreto-legge 73/2021 che non menziona tali impianti.”
Per dovizia di informazioni il Presidente Anp ha presentato un elenco dettagliato dei servizi, interventi o materiali che è possibile acquistare con i fondi messi a disposizione dal Governo:
a) acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica nonché di servizi di lavanderia e di rimozione e smaltimento di rifiuti;
b) acquisto di dispositivi di protezione, di materiali per l’igiene individuale e degli ambienti nonché di ogni altro materiale, anche di consumo, utilizzabile in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID19;
c) interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali;
d) interventi utili a potenziare la didattica, anche a distanza, e a dotare le scuole e gli studenti degli strumenti necessari per la fruizione di modalità didattiche compatibili con la situazione emergenziale nonché a favorire l’inclusione scolastica e ad adottare misure che contrastino la dispersione scolastica;
e) acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi;
f) adattamento degli spazi interni ed esterni e delle loro dotazioni allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, compresi interventi di piccola manutenzione, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica.”
Inoltre va sottolineato la correttezza delle parole di Giannelli sono supportate dalle indicazioni operative fornite alle scuole dal Ministero dell’istruzione, con la nota n. 907 del 24 agosto 2021, nelle quali non viene menzionata la possibilità di installare detti impianti.
“Abbiamo tutti il dovere di essere chiari nei confronti dell’opinione pubblica, delle famiglie e degli studenti. – prosegue Giannelli – Addossare responsabilità improprie ai dirigenti scolastici che, da due anni, lavorano senza sosta per assicurare alla collettività un servizio fondamentale, supportando tra l’altro il sistema sanitario, non è solo ingeneroso ma è scorretto, al punto da assomigliare alla sgradevole pratica dello scarica-barile. La competenza in materia di impiantistica, ribadisco, è rigidamente assegnata dalla legge agli enti locali”.
Infine il numero uno di Anp ha etichettato come “infondate” le polemiche montate intorno al caso, secondo le quali i dirigenti scolastici avrebbero espresso la volontà si non riaprire le scuole. Giannelli ha specificato che la richiesta di effettuare due o tre settimane di DAD era dettata dalla volontà di raggiungere tre precisi obiettivi: innalzamento del tasso di vaccinazione degli alunni, fornitura per tutti delle mascherine FFP2, ampliamento della rete territoriale di testing. In sostanza qualche settimana con la “fastidiosa” e “tanto vituperata” didattica a distanza alla quale si sarebbe ricorsi con il solo scopo di rafforzare il sistema di prevenzione del Covid negli istituti scolastici e limitare eventuali future chiusure.