Sulla proposta di adottare la settimana corta a scuola il ministro dell’Istruzione ha le idee chiare: “Non ne abbiamo mai parlato in Consiglio dei ministri. Si può fare come piano didattico, nell’autonomia delle scuole, non come misura di risparmio energetico.” Lo ha affermato Patrizio Bianchi intervistato questa mattina da SkyTg24, sottolineando che la scuola non dev’essere sempre la prima a pagare le conseguenze dell’emergenza energetica che sta colpendo l’Italia e più in generale tutta l’Europa.
Secondo Bianchi è necessario capire che non bisogna partire sempre dall’istituzione scolastica per mettere in pratica misure di contenimento energetico, ma “l’intero Paese deve cambiare atteggiamento” sul fronte ambientale.
“Le scuole hanno sempre fatto la loro parte“, ha aggiunto il ministro, che ha garantito che tireranno indietro di fronte all’emergenza: “Nella loro autonomia possono parlarne, ma non in chiave di risparmio energetico, se questa è una possibilità che permette di ragionare sulla scuola, sul tempo scuola non come risposta emergenziale, ma come scelta didattica. È nell’autonomia delle scuole“.
Poi ha evidenziato un altro dei problemi che affligge il Paese, ovvero quello l’emergenza demografica: in due anni l’Italia ha perso quasi 300mila studenti ed in 10 anni, entro il 2031-32, addirittura ci saranno “1,4 milioni di studenti in meno“.
Sul fronte delle assunzioni del corpo docente, che in totale sono compresi tra 650-700mila di ruolo, il ministro ha ricordato come l’anno scorso siano stati assunti 61mila docenti, mentre quest’anno ne sono già stati assunti oltre 50mila ed altri 25mila lo saranno entro fine 2022. “Poi ci sono 91mila insegnanti di sostegno in deroga ed una quota a tempo determinato c’è sempre”, ha aggiunto.