Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nel corso di un’intervista rilasciata al programma radiofonico ‘24 Mattina su Radio 24′ ha spiegato in che modo riapriranno le scuole da settembre: “Per settembre abbiamo stanziato 2,5 miliardi (1,5 mld nel dl rilancio e ora un miliardo in più). Sono fondi molto importanti, destinati a diversi aspetti: arredi nuovi, banchi singoli che permetteranno di recuperare spazio e mantenere un metro di distanza bocca a bocca in classe, banchi di nuova generazione che permetteranno una didattica moderna, nuovi spazi e nuove aule“.
Fondi che oltre ad essere impiegati per gli arredi serviranno anche “per fare patti territoriali per portare gli studenti fuori dalla scuola tradizionale e per l’organico“. La Azzolina aveva inoltre precisato in un’altra intervista pubblicata questa mattina su “il Messaggero” che le scuole riapriranno ufficialmente dal 1 settembre, mentre gli studenti torneranno in classe a partire dal 14 settembre.
Il ritorno in aula, come già stabilito, avrà delle regole ben precise come ad esempio gli ingressi scaglionati per evitare assembramenti davanti agli istituti scolastici e sovraffollamenti sui mezzi pubblici, sarà necessario garantire il distanziamento sociale attraverso alcune soluzioni: recuperare e migliorare lo spazio nelle scuole, individuare nuovi locali fuori dai complessi scolastici esistenti e avere a disposizione più docenti e personale Ata.
Mentre per quanto riguarda l’eventuale obbligo di indossare la mascherina per gli studenti che hanno più di sei anni, la ministra ha sottolineato che ancora nulla è deciso, la misura verrà rivalutata nella seconda metà di agosto.
Infine sull’ipotesi dei famigerati ‘divisori di plexiglass‘ la Azzolina ha voluto precisare che si è trattata di una notizia travisata in quanto a seguito di una “riunione privata del Comitato tecnico-scientifico e si stava valutando, tra le mille ipotesi, anche quella dei divisori“. Alcuni giornali invece di parlare di ‘ipotesi al vaglio’, hanno trasformato in ‘bambini in classe col plexiglass’. “Ci vorrebbe maggiore correttezza“, ha sentenziato il ministro sottolineando che “tutt’oggi si continua” a parlare di plexiglass “ma ci sono documenti ufficiali” in cui questa ipotesi non è contenuta. “Qualcuno vuole creare confusione, ma vi prego guardate i documenti ufficiali“, ha concluso.
Carlo Saccomando