• 22 Dicembre 2024
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Scoperto un nuovo pianeta, il terzo, attorno a Proxima Centauri

Alcuni esperti hanno suggerito Proxima Centauri, la stella più vicina al Sistema solare, come meta più logica per il primo viaggio interstellare del genere umano.

Si chiama Proxima d il nuovo pianeta scoperto da un gruppo internazionale di ricerca a cui partecipano alcuni scienziati italiani dell’INnaf. Deve il suo nome alla nana rossa attorno alla quale orbita, Proxima Centauri ossia la stella più vicino al nostro Sistema solare, ad una distanza di circa 4 milioni di chilometri: meno di un decimo della distanza tra Mercurio e il Sole.

A coordinare il team che ha realizzato la scoperta, pubblicata oggi in un articolo sulla rivista Astronomy & Astrophysics, è stato João Faria, ricercatore dell’Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço, Portogallo, che commenta: “La scoperta dimostra che il nostro vicino stellare sembra essere pieno di nuovi, interessanti mondi, alla portata di ulteriori studi e future esplorazioni”.

È il terzo pianeta, noto sino ad oggi, che orbita attorno a Proxima

Questo candidato pianeta è il terzo ad oggi noto ad orbitare attorno a Proxima e di essi il più leggero, con una massa minima stimata pari a circa un quarto di quella della Terra. Si tratta dell’esopianeta meno massiccio mai misurato con la tecnica delle velocità radiali: la tecnica si basa sulla misura delle piccole oscillazioni nel movimento di una stella prodotte dalla forza di attrazione gravitazionale di un pianeta che orbita attorno ad essa.

L’effetto della gravità di Proxima d è così piccolo che fa muovere Proxima Centauri rispetto al baricentro del sistema planetario di appena 40 centimetri al secondo, ovvero meno di 1,5 chilometri all’ora. Un risultato che è stato reso possibile solo grazie alle precise misure di velocità radiali ottenute dallo strumento Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanets and Stable Spectroscopic Observations (ESPRESSO), installato al Very Large Telescope (VLT) dell’ESO.

Immagine del cielo nella zona della stella brillante Alfa Centauri AB che mostra anche la stella nana molto più debole e rossa Proxima Centauri, la più vicina al Sistema solare. La fotografia è ottenuta dai dati della DSS2 (Digitized Sky Survey 2). L’alone blu intorno a Alfa Centauri AB è un artefatto del processo fotografico; la stella è infatti di un pallido giallo come il Sole. Crediti: Digitized Sky Survey 2 Acknowledgement: Davide De Martin/Mahdi Zamani

Proxima Centauri possibile meta del primo viaggio interstellare?

Dall’Inaf fanno sapere che “Il pianeta è collocato tra la stella e la zona abitabile – la ipotetica fascia attorno a una stella dove può esistere acqua liquida sulla superficie di un pianeta – e impiega solo cinque giorni per completare un’orbita intorno a Proxima Centauri”. La stella e il suo sistema planetario distano 4,2 anni luce dalla Terra, pari a 270 mila volte la distanza fra la Terra e il Sole. Proxima Centauri è stata spesso suggerita come destinazione logica per il primo viaggio interstellare del genere umano, nonostante le stelle a brillamento non siano considerate particolarmente ospitali.

Proxima b e Proxima c

Attorno alla stella sono già stati scoperti altri due pianeti: Proxima b – scoperto nel 2016 e la cui esistenza è stata confermata nel 2020- che ha una massa minima paragonabile a quella della Terra e che orbita intorno alla stella ogni 11 giorni all’interno della zona abitabile, e il candidato Proxima c, che orbita ben più lontano ad una distanza di 1,5 unità astronomiche, impiegando circa 5 anni per compiere un’orbita. Proxima invece era stato individuato nel 2020 da un team guidato da ricercatori Inaf.

 “La scoperta di questo terzo, piccolo pianeta attorno a Proxima Centauri è davvero un risultato eccezionale, – conclude Damasso – ottenuto sfruttando al massimo le potenzialità uniche di ESPRESSO e conferma un risultato statistico secondo il quale stelle nane rosse come Proxima ospitano in media uno o più pianeti di piccola massa. In futuro sarà importante confermare in modo indipendente la scoperta di Proxima d e studiare come il sistema esoplanetario più vicino a noi si è formato ed è evoluto nel tempo”.

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