ROMA. Un team di astronomi, guidati dal ricercatore italiano Gabriele Ponti, grazie alle osservazioni del satellite XMM -Newton dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha scoperto un vero e proprio fiume di gas che scorre dal centro della Via Lattea. Nel dettaglio il gruppo di ricercatori è riuscito a scovare due colonne di gas caldo che si estendono per alcune centinaia di anni luce a partire dalle regioni centrali della nostra Galassia. Le due colonne gassose dal cuore della Via Lattea, dove risiede un buco nero di massa rilevante, scorrono verso le cosiddette “Fermi bubbles” o Bolle di Fermi, che sono gigantesche zone che si estendono per migliaia di anni luce a nord e a sud del piano galattico, ricche di particelle molto energetiche, scoperte nel 2010 grazie ai dati raccolti dall’osservatorio spaziale Fermi della Nasa.
Gabriele Ponti, in forza all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e alla guida dello studio ha affermato: “Sappiamo che i flussi di gas e venti di particelle ed energia emessi dalle galassie giocano un ruolo fondamentale per scolpire e alterare la struttura delle galassie stesse nel tempo.La nostra Galassia è essa stessa un formidabile laboratorio per esplorare questi processi in dettaglio e indagare come la materia al suo interno fluisce nello spazio che ci circonda. Abbiamo utilizzato i dati raccolti da XMM-Newton tra il 2016 e il 2018 per realizzare la più dettagliata mappa nei raggi X mai realizzata del nucleo della Via Lattea”.
La mappa elaborata dai ricercatori rivela la presenza di estesi canali di gas ad alta temperatura delle dimensioni di alcune centinaia di anni luce che scorrono perpendicolarmente al piano della Via Lattea, uno in direzione nord e uno in direzione sud. Gli scienziati pensano che queste strutture stiano trasportando materia ed energia dal cuore della nostra Galassia fino alla base delle bolle di Fermi, rifornendole di nuovo materiale. La scoperta chiarisce in che modo l’attività del nucleo della nostra Galassia, sia presente che passata, è connessa all’esistenza di strutture più grandi attorno ad essa. Il deflusso di gas ed energia individuato potrebbe essere una testimonianza del passato della nostra Galassia, quando l’attività delle sue regioni centrali era molto più diffusa e potente, oppure potrebbe dimostrare che anche le galassie “non attive” – ovvero quelle che ospitano un buco nero supermassiccio relativamente quieto e mostrano una moderata attività di formazione stellare come la Via Lattea – possono comunque produrre enormi flussi di massa ed energia.
In attesa dell’entrata in funzione del nuovo telescopio spaziale nei raggi X dell’ESA Athena , il cui lancio è previsto nel 2031, gli astrofisici stanno già lavorando a nuove indagini della nostra galassia e di altre vicine con XMM-Newton. “C’è ancora molto lavoro che potremo svolgere con XMM-Newton: il telescopio spaziale potrebbe scandagliare una regione molto più ampia del nucleo della Via Lattea, permettendoci di mappare le bolle e il gas caldo che circondano la nostra galassia in modo ancora più dettagliato e permetterci finalmente di avere un quadro d’insieme di come tutte queste strutture siano collegate tra loro e alla formazione della Via Lattea, nostra Galassia – ha ribatito Ponti, che poi ha concluso – Certo, non vediamo l’ora dell’entrata in funzione di Athena, che siamo sicuri ci permetterà di compiere un enorme salto in avanti anche in questo settore della ricerca astrofisica“.