Il Movimento 5 stelle conferma il suo no all'aumento delle spese militari, perlomeno a breve termine, e Draghi sale al Quirinale
Scontro tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte sull’aumento delle spese militari al 2% del pil. Tanto duro che l’ex presidente della Banca Centrale europea è salito al Quirinale a riferire al capo dello Stato. “Se si mettono in discussione gli impegni assunti viene meno il patto che tiene in piedi la maggioranza“, avrebbe detto Draghi.
Tutto comincia con l’incontro a palazzo Chigi tra l’ex presidente del consiglio e il suo successore, come lo stesso Conte aveva anticipato. Un faccia a faccia che sarebbe dovuto essere chiarificatore, e che invece finisce male, come lasciano intendere le parole al termine del presidente grillino: “Abbiamo discusso, abbiamo valutazioni diverse“. Conte si affretta a ribadire che il decreto Ucraina, che questa mattina arriva in commissione al Senato, non c’entra nulla, e che il Movimento 5 stelle lo voterà con o senza la fiducia. E che non c’è da parte sua nessuna intenzione di evocare una crisi di governo. La questione è l’aumento al 2% dei fondi alla Difesa, che potrebbe entrare nel prossimo Documento economico finanziario. “Non metto in discussione gli accordi con la Nato, ma l’aumento delle spese militari ora è improvvido“, ripete Conte.
Fatto sta che Draghi fa trapelare le parole pronunciate a Conte: “Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Altrimenti verrebbero meno gli impegni presi dalla maggioranza“. Al leader grillino, il capo del governo avrebbe anche ricordato l’aumento delle forniture belliche del 17% durante i tre anni a palazzo Chigi di Conte. Quindi decide di salire al Colle per riferire al presidente Mattarella.
In serata, su La7, Conte chiarisce il suo pensiero: “Draghi avrà pure il diritto di informare il Presidente ma io non ho sollevato alcuna crisi di governo: dico solo che se dobbiamo programmare una spesa militare un partito di maggioranza può discutere i termini anche temporali per rispettare questo impegno”. E aggiunge: “Un conto è spendere questi miliardi aggiuntivi entro il 2024, un conto è farlo nel 2030“.
Italia viva, mai tenera con il Movimento 5 stelle, si schiera dalla parte del presidente del Consiglio. E lo con il suo leader Matteo Renzi, che scrive: “Draghi è uno statista, Conte è un populista“.