GENOVA. Sciopero di 24 ore dei dipendenti dell’ex Ilva da questa mattina negli stabilimenti a Genova, nella fabbrica di Cornigliano. Riuniti in assemblea, i lavoratori aderiscono all’astensione dal lavoro indetta da Fiom e Uilm. Attraverso una nota stampa i sindacati dichiarano: “La multinazionale ha posto delle condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del Piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a quattro milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5 mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno a lavoro dei 2 mila attualmente in amministrazione straordinaria”. Le richieste delle associazioni sindacali riguardano “l’immediato ritiro della procedura di disimpegno” da parte di ArcelorMittal, e, sull’altro fronte, ricordano che “il governo non può concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi”. Chiedendo di rimettere in atto le condizioni previste dall’accordo del 6 settembre 2018, volte a portare a termine il piano ambientale nelle scadenze previste, i sindacati evidenziano che: “Le condizioni devono, inoltre, includere lo scudo penale limitato all’applicazione del piano ambientale e il ritiro di qualsiasi ipotesi di esuberi”.
Il premier Conte dichiara che per il governo è una priorità rilanciare l’azienda siderurgica, e che le condizioni di ArcelorMittal sono inaccettabili: «Lo scudo penale è stato offerto ed è stato rifiutato. Il problema è industriale», dice, mentre da tutta questa situazione il gruppo indiano Jindal si tira indietro, informando di non avere un interesse per gli asset dell’ex Ilva, dopo la ritirata di ArcelorMittal. Conte, che domani pomeriggio incontrerà i sindacati, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, dichiara che è il momento della compattezza, che la politica deve restare unita, e che il governo non accetterà mai i 5mila esuberi richiesti.
“Ilva. A denti stretti” è il film-documentario andato in onda su Rai 2 ieri sera, a cura del regista e giornalista Stefano Maria Bianchi sulla tragedia ambientale della Città dei due Mari. “A denti stretti” sottolinea come vivono i protagonisti di questa storia vera, con il morso serrato in una smorfia, in un misto di dolore, rabbia, e rassegnazione. “Nessuno ha mai raccontato Taranto così. A tutti quelli che comparsi in questo film hanno raccontato con coraggio e amore la loro battaglia. Non abbiamo bisogno di eroi, possiamo contare solo su tutti noi, insieme. Continuiamo a lottare per i bambini, per il nostro futuro, per questa Taranto prossima alla libertà”, ha commentato l’attivista tarantino Luciano Manna sulla sua pagina Facebook.
Simona Cocola