La notizia è ufficiale: il comune pugliese è stato sciolto per mafia anche se non si tratta certo di un fulmine a ciel sereno, da maggio era stato commissariato
Il provvedimento è arrivato in questi giorni firmato dalla Ministra dell’interno Luciana Lamorgese, ma era un provvedimento che l’amministrazione aspettava da tempo. Già a maggio il sindaco in carica Franco Landella aveva rassegnato le dimissioni e subito messo agli arresti domiciliari anche se per soli dieci giorni, con l’accusa di tentata concussione e corruzione. Franco Landella è stato infine interdetto dai pubblici uffici per un anno.
Il comune era stato commissariato e amministrato dal prefetto Marilisa Magno dal 25 maggio che il 29 luglio ha inviato una relazione di sei pagine alla Ministra Larmogese dove si chiedeva lo scioglimento per mafia.
Nella relazione la Magno delineava un quadro dell’ente molto inquietante, invischiato in corruzione e concussione con l’emissione di tangenti nella quale risulta coinvolta anche la dipendente comunale Daniela di Donna nonché moglie dell’ex sindaco Landella, anche lei interdetta dalle proprie funzioni, per un periodo di dieci mesi.
Molti i legami tra i consiglieri comunali ed esponenti della mafia, da qui un’inevitabile infiltrazioni mafiose che inquinava le decisioni dell’amministrazione in particolar modo per l’assegnazione di case popolari ad affiliati dei clan mafiosi. Tra questi i Moretti i Sinesi e i Francavilla.
Una situazione compromessa che andava avanti almeno da sette anni e che aveva provocato inchieste giudiziarie che riguardavano oltre che l’ex sindaco Landella anche l’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino.
Leonardo Iaccarino è stato infatti accusato di corruzione, tentata induzione indebita e peculato. La Procura ha messo in atto una serie di intercettazioni nelle quali durante una discussione con la moglie aveva registrato queste parole: “Mo tengo la possibilità di rubarmi 600 euro dal Comune e mo mi devi rompere i ca… C’è la gente che va a comprarli ed io li vado a rubare”.