Pochi giorni fa sono state messe in commercio le scarpe a marchio Lidl, che hanno già spopolato prima di arrivare da noi in Francia, Germania, Belgio e Finlandia, e sono scattate, manco a pensarlo in un momento come questo in cui gli assembramenti dovrebbero essere evitati, code infinite all’interno dei supermercati al solo scopo di accaparrarsi questa limited edition.
Stiamo parlando di una scarpa certamente particolare, dai colori sgargianti e soprattutto low cost, in quanto l’azienda ha fissato il prezzo a 12.99 euro, la collezione brandizzata Lidl non comprende solo le sneakers colorate, ma anche le ciabatte a 4.99, le calze a 2.99 e la t-shirt, in 4 versioni differenti, a 4.99 euro. Quel che ha fatto scattare la corsa all’acquisto è il fatto che l’azienda abbia annunciato che il modello non sarà messo nuovamente in commercio, questo ha generato una sorta di fashion victim.
Tanti disposti ad aspettare per ore in coda dinanzi al supermercato e molte foto, pubblicate da media autorevoli, hanno purtroppo dato evidenza di tale fenomeno, pur di accaparrarsi l’ultimo oggetto di moda, che fa tendenza. Poco importa se il virus da cui stiamo cercando di scappare da mesi, a colpi di DPCM restrittivi potrebbe insidiarsi nella persona che si accalca dietro di noi, si continua a perseguire un nobile scopo: ottenere ad ogni costo la sneaker colorata.
Le foto parlano chiaro si è di fronte ad un assembramento in piena regola: clienti chinanti l’uno accanto all’altro, giubbotti che si sfregano, mani che rovistano, ovviamente senza guanti, e arraffano nel box che contiene le scarpe.
Tanti effettivamente, abbiamo poi scoperto facendo un giro sui maggiori portali di vendita online, fiutando l’affare, in un momento di crisi, stanno cercando di acquistare quante più paia possibili al solo scopo di rivenderle a chi è disposto a pagare anche centinaia di euro pur di non farsi manca l’oggetto del desiderio.
Forse in fondo ci aveva visto lungo Bauman, quando nel suo libro ‘Consumo, dunque sono ’, aveva scoperto l’inganno supremo della nostra società. Noi non siamo definiti rispetto agli oggetti che ‘scegliamo’ di consumare, ma sono loro che definiscono il nostro essere soggetti. Chi non consuma gli oggetti prescritti rischia in ogni momento di essere estromesso dalla società.
Non può esserci effettivamente altra ragione per spiegare come un’infinità di persone in un momento tanto delicato, come quello che stiamo attraversando, possa anche solo pensare di affrontare file chilometriche dimenticando tutte le raccomandazioni sul distanziamento sociale.
La cosa che più fa rabbia agli ambulanti con cui ci siamo confrontati in questi giorni esclusi proprio sull’allegato 23 dell’ultimo DPCM e che non solo sono costretti a stare a casa pur avendo magazzini pieni in vista del Natale, ma devono anche sorbirsi la vista di tali immagini senza poter fare nulla.
A loro viene impedito di lavorare all’aperto in quanto il mercato rionale nelle zone rosse è visto come possibile fonte di diffusione del Virus, mentre nei supermercati, ci dicono, che per giunta sono al chiuso si palesa questo scempio. E come dargli torto!
Ma in fondo cos’è la paura della pandemia a fronte della Lidl Fan Collection? Se proprio dovesse andarci male potremmo sempre girare nei corridoi dell’ospedale con le ciabatte a marchio Lidl, certi di essere, almeno, un paziente alla moda.
Erica Venditti