Sant’Eustachio vive, secondo quanto narra la leggenda tra il I e il II secolo a Roma ai tempi di Traiano. Benché sia pagano, per sua natura è una persona spinta a fare grandi beneficenze, come il centurione Cornelio. Il suo nome è però ignoto alle fonti antiche e le uniche notizie sulla sua vita sono desunte da racconti tardi e leggendari. Viene identificato con il generale Placido, combattente vittorioso sui Parti. Prima di convertirsi al Cristianesimo è pagano: è solito dedicarsi alla beneficenza, ma anche alla persecuzione dei cristiani.
Secondo la Leggenda Aurea un giorno Placido sta inseguendo un cervo mentre va a caccia, quando questo si ferma di fronte ad un burrone e si volse a lui mostrando tra le corna una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù che gli dice: “Placido, perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere”. Dopo essersi ripreso dallo spavento, Placido rientra a casa e narra tutto alla moglie, la quale gli riferisce di aver avuto quella notte una visione nella quale uno sconosciuto le preannunciava che l’indomani ella si sarebbe recata da lui con il marito. Placido, la moglie e i due figli si recano l’indomani dal vescovo, si convertono e si fanno battezzare. Placido riceve il nome di Eustachio (dal greco Eustáchios, cioè “che dà buone spighe”), la moglie quello di Teopista (dai termini greci théos e pístos, cioè “credente in Dio”), ed i figli, uno Teopisto e l’altro Agapio (dal greco Agápios, cioè “colui che vive di carità”).
Sempre la Leggenda Aurea narra che Eustachio, lasciato l’esercito romano, venga poi perseguitato dalla sorte, come Giobbe, perdendo prima tutti gli averi, poi la moglie ed infine i figli, ma che, come Giobbe, non abbia mai insultato la provvidenza e che quindi, dopo numerosi anni di separazione, la famiglia si sia miracolosamente riunita. Richiamato sotto le armi come generale dall’imperatore Traiano, riprende servizio e si comporta con valore combattendo contro i barbari. Invitato a Roma per ricevere i debiti onori, si sa che è cristiano e l’imperatore Adriano lo fa arrestare e condannare a morte insieme alla moglie e ai figli.
In ricordo del Santo a Roma esiste un rione a lui dedicato situato alle spalle del Pantheon, sviluppatosi intorno a una delle chiese più antiche, divenuta nella prima metà del Novecento un importante centro spirituale sotto la guida del noto parroco romano don Pirro Scavizzi. Sant’Eustachio viene venerato in particolare modo nella città di Matera di cui è il santo patrono dal 994. La leggenda vuole che Matera, assediata dai Saraceni, sia stata salvata dall’intervento miracoloso di Eustachio e dei suoi famigliari in veste di cavalieri. La data della festa è il 20 settembre di ogni anno