“Silvio Berlusconi fu accusato ingiustamente di frode fiscale nel processo Mediaset“. A rivelare la notizia bomba è Piero Sansonetti, il direttore de Il Riformista, che in un video su Facebook racconta di essere venuto a conoscenza di due fatti clamorosi che di fatto smonterebbero la sentenza penale e la decisione della Cassazione: alcune registrazioni, con annesse trascrizioni, di alcuni colloqui di Amedeo Franco, uno dei relatori in Cassazione, e la recente sentenza del Tribunale civile di Milano e
Secondo quanto emerge dagli audio shock il magistrato Amedeo Franco definisce “Il processo Mediaset nei confronti di Silvio Berlusconi fu un plotone d’esecuzione“. La vicenda giudiziaria riguarda la condanna in via definitiva dell’ex premier avvenuta nell’agosto 2013 a 4 anni di reclusione per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset: tre anni furono coperti dall’indulto, mentre uno venne scontato con attività di servizi sociali.
Franco, deceduto nel maggio 2019, aveva accusato apertamente il presidente di sezione Antonio Esposito, oggi editorialista per il Fatto Quotidiano, che all’epoca sarebbe stato pressato per pilotare la sentenza attraverso un ricatto giunto dall’alto: suo figlio, anch’egli magistrato, era indagato dalla Procura di Milano per “essere stato beccato con droga a casa di…“.
Il magistrato Franco aveva inoltre aggiunto di sentirsi “profondamente deluso” per la vicenda perché si poteva cercare di evitare che Berlusconi andasse a finire in mano a quello che ha definito letteralmente “un plotone di esecuzione“. Fu l’unico relatore a chiedere la piena assoluzione del fondatore di Forza Italia, ma lui non poteva fare nulla in quanto la sentenza sembrava “preordinata, decisa ancora prima di essere giudicata.”
Il procedimento dell’epoca verteva in merito ad una fattura riguardante la compravendita dei diritti su alcuni film americani, che secondo l’accusa era stata gonfiata di 7 milioni di euro (pari al 2% dell’intero fatturato di Mediaset all’epoca) che si ipotizzava fosse stata divisa tra la società e Frank Agrama,regista e produttore coinvolto nell’inchiesta Mediatrade. Al termine dell’iter processuale vennero condannati oltre a Berlusconi, anche Agrama a 3 anni, Gabriella Galetto a 1 anno e 2 mesi e Daniele Lorenzano a 3 anni e 8 mesi.
Ma questa sentenza viene clamorosamente ribaltata da una recentissima del Tribunale Civile di Milano che in merito ad una richiesta di risarcimento da parte di Mediaset contro Agrama, nella quale l’azienda ha chiesto la restituzione dei proventi incassati da quella famosa fattura pompata ad arte, i giudici hanno sentenziato che “nessuna era stata gonfiata all’epoca sulla compravendita dei diritti su alcuni film americani, nessuna interposizione fittizia è emersa riesaminando le carte del processo.”
Il direttore Sansonetti conclude l’intervento con una giusta considerazione “se di fatto non vi fu alcuna intermediazione fittizia e la quotazione dei film comprati in Usa fu corretta, la sentenza di primo, secondo e terzo grado su Berlusconi viene completamente rasa al suolo“.
Carlo Saccomando