Un vero pastore del popolo cristiano e geloso predicatore del Vangelo della Carità, San Vincenzo Romano non per caso dai suoi contemporanei compatrioti ha meritato l’appellativo di “celebre faticatore” e “operaio instancabile”.
Questo santo che si venera oggi di romano aveva solo il cognome. Vincenzo nacque il 3 giugno 1751 a Torre del Greco; i suoi genitori, Nicola Romano e Grazia Rivieccio, erano di famiglia modesta, abitavano in uno dei rioni più popolosi e vivaci della città. Trascorse i primi anni della sua vita in un clima familiare assai religioso. All’età di 14 anni fu ammesso al Seminario diocesano di Napoli, dove poté giovarsi della guida di uomini di cultura e di santità e degli insegnamenti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Ordinato sacerdote, si dedicò con zelo e amore alla celebrazione dei sacramenti, all’attività catechistica, all’assistenza dei poveri, degli ammalati e dei tanti marinai torresi che battevano i mari per lavoro.
La terribile eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794, che distrusse quasi completamente la città e la chiesa parrocchiale, mise in luce la sua vocazione apostolica. Egli si dedicò subito alla difficile opera di ricostruzione materiale e spirituale della città e della sua chiesa. Vincenzo Romano, pur essendo vissuto oltre due secoli fa, ha ancora da insegnarci qualcosa di attuale e universale. Lo si può considerare un originale anticipatore di non poche intuizioni pastorali che avrebbero preso piede nella Chiesa del nostro tempo. Vincenzo Romano fu un autentico apostolo della carità sociale. Don Vincenzo morì il 20 dicembre 1831 dopo una lunga e penosa malattia, lasciando ai suoi sacerdoti come testamento spirituale l’impegno a vivere la carità fraterna.
Leone XIII, il 25 marzo 1895, dichiarava eroiche le virtù di Vincenzo Romano. San Paolo VI, il 17 novembre 1963, lo proclamava Beato, additandolo al clero e specialmente ai parroci quale modello di vita apostolica. Il 6 marzo 2018 papa Francesco, promulgando il decreto relativo a un ulteriore miracolo ottenuto per sua intercessione, ha aperto la via alla canonizzazione, celebrata dallo stesso Pontefice il 14 ottobre 2018. Il suo corpo riposa nella Basilica Pontificia di Santa Croce a Napoli, dove, l’11 novembre 1990 si è recato a venerarlo san Giovanni Paolo II, durante la sua visita pastorale a Napoli.
Rubrica a cura di Monsignor Alexander Yandushev