Il presidente del Consiglio Ue va a Kiev proprio mentre la Russia testa un nuovo missile intercontinentale
La Russia ha effettuato un test del missile balistico intercontinentale Sarmat. Il super ordigno è stato lanciato dal cosmodromo di Plesetsk, nell’estremo nord della Russia europea, ed è caduto sul bersaglio di prova pianificato nella penisola di Kamchatka, a oltre 5000 chilometri di distanza.
“Il nuovo missile non ha eguali al mondo” e “farà riflettere chi ci minaccia“, ha commentato il presidente russo Putin congratulandosi con il ministero della difesa per la riuscita del test. L’arma è presentata come capace di penetrare qualsiasi difesa aerea. La gittata massima del Sarmat, secondo i russi, è di 18 mila chilometri, quasi la metà dell’equatore.
Il test missilistico russo non è una sorpresa per gli Stati Uniti. Mosca aveva infatti avvertito, come prevedono gli accordi internazionali. Lo rivela il portavoce del dipartimento della difesa. “Non riteniamo il test una minaccia per gli Stati Uniti o i loro alleati“, aggiunge il Pentagono. Che poi corregge il tiro sulle dichiarazioni di ieri circa l’invio all’Ucraina di aerei da combattimento. “A Kiev sono arrivati solo pezzi di ricambio e non jet“.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si è recato a Kiev. Dove ha tenuto una conferenza stampa congiunta con il leader ucraino Zelensky, che ha definito l’ospite un “grande amico“. “Noi vogliamo la vittoria dell’Ucraina e siamo determinati a fare di tutto per sostenere Kiev“, ha detto Michel. Al centro delle domande dei giornalisti, anche il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea. Zelensky è tornato a chiedere l’embargo totale sull’energia. E il presidente del consiglio Ue non si è tirato indietro: “Putin non riuscirà a distruggere la sovranità dell’Ucraina e anche a dividere l’Ue. L’ho già detto: prima o poi colpiremo anche il petrolio e il gas russi. Abbiamo già deciso di voler fermare la nostra dipendenza dalla Russia e ci stiamo lavorando“.
Intanto il negoziato tra Russia e Ucraina è fermo. Il portavoce del Cremlino Peskov sostiene di aver inviato a Kiev una bozza di negoziato con una “formulazione chiara” e di attendere solo la risposta. “Peskov gioca da solo, non è arrivata alcuna bozza“, replica Zelensky. Il suo consigliere Podolyak propone invece di tenere un “ciclo speciale di negoziati proprio a Mariupol” per salvare gli ucraini assediati nella città. L’ultima resistenza ucraina è asserragliata nell’acciaieria vicino al porto, dove si troverebbero anche civili e bambini. La Russia ha lanciato diversi ultimatum ma nessuno si è arreso. E anche il corridoio umanitario aperto non è stato utilizzato da nessuno, affermano fonti russe. Gli ucraini replicano, parlando di violazione del cessate il fuoco da parte dei militari russi.