Torino. Il Covid in Piemonte ha fatto oltre 4 mila vittime. A finire sotto accusa, spesso immeritatamente, sono state le Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali), per la semplice ragione che in esse vivono persone avanti negli anni e con minori possibilità di difesa, che in generale sono state le “vittime” preferite dal virus. Di certo le indagini in corso appureranno i fatti e se verranno riscontrate delle manchevolezze, i responsabili delle strutture ne risponderanno.
La maggior parte delle Rsa piemontesi ha assolto positivamente il proprio compito, che è stato gravoso e delicato. Chi l’ha fatto in modo lodevole è stata la Rsa Giovanni Agnelli-Ville Roddolo di Moncalieri. Con Carla Stillavato, presidente della Cooperativa Assiste, a cui la struttura appartiene, si fa un quadro della situazione vissuta e delle difficoltà incontrate nella primavera scorsa.
“Sono stati mesi davvero difficili sia per le realtà che gestiscono strutture, sia per gli ospiti delle case di risposo che per i loro congiunti – sintetizza Stillavato – Noi a Ville Roddolo siamo intervenuti con tempestività e rigore, chiudendo gli accessi già a fine febbraio, quando la situazione era ancora parecchio confusa. E’ stata una scelta dolorosa, che però si è rivelata molto utile perché ha impedito il contatto con l’esterno. In questo modo abbiamo richiesto un sacrificio ai nostri ospiti, ma li abbiamo messi al riparo da contagi esterni. Anche con il nostro qualificato personale medico ed infermieristico siamo stati molto scrupolosi e sin da subito, abbiamo creato un’area triage, con misurazione della temperatura e cambio di abiti e calzature in un’apposita ed autonoma struttura, posta all’ingresso”.
Insomma è stato fatto tutto il possibile, ancora prima che fossero emanati protocolli e prescrizioni. Questa operazione è stata impegnativa, ma possibile perché Ville Roddolo dispone di ampie strutture e di spazi molto estesi, in una delle zone più belle e affascinanti di Moncalieri, ai piedi della sua collina. Questo presidio, dà casa a 137 persone in reparti di Rsa e in un nucleo Cavs (in stretto contatto con il vicino e storico ospedale Santa Croce) di recente costituzione ed è articolato sue due edifici principali: un corpo unico centrale, composto dalle Ville Emilia, Magda e Valletta e un secondo corpo unico composto dalle Ville Nina e Caterina. Nel complesso principale sono presenti 3 reparti, distribuiti su 3 piani, con posti letto per persone auto e non autosufficienti.
Nonostante l’isolamento fisico, ospiti e loro familiari sono rimasti sempre in contatto. “Affrontando non poche difficoltà organizzative – spiega la presidente di Cooperativa Assiste, Carla Stillavato – abbiamo garantito un costante contatto telefonico prima e successivamente con video-chiamate assistite da nostri operatori. E’ stata una cosa molto apprezzata sia dagli anziani, che dai familiari, molti dei quali ci hanno espresso apprezzamento e gratitudine per come siamo riusciti a gestire la delicatissima situazione della pandemia. Per farlo abbiamo aumentato il personale e in generale abbiamo raddoppiato gli sforzi. D’altra parte per noi occuparci delle persone con rispetto e attenzione è parte integrante della nostra mission, filo conduttore di tutto il nostro sforzo imprenditoriale e di tutto il nostro impegno personale. In ognuno dei nostri anziani di Ville Roddolo, noi vediamo un nostro papà, una nostra mamma, una nostra zia e quindi desideriamo che viva nel migliore dei modi”.
Nonostante questo però intorno alle Rsa sono scoppiate polemiche ed accuse; sono nati Comitati di parenti. Cosa ne pensa? “Intanto mi sia permesso di dire che non abbiamo ricevuto recriminazioni da parte di nessun familiare di nostri ospiti deceduti in quel periodo, per fortuna molto pochi a causa del Covid – risponde Stillavato – In generale trovo davvero ingeneroso l’accanimento contro le Rsa, anche per via di certe superficiali campagne di stampa che offendono e mortificano il lavoro e l’impegno di tante persone. Se non ci fossero state le Rsa, in questo tempo di Covid, che fine avrebbero fatto migliaia di anziani, che vivono soli e non hanno la possibilità di essere seguiti dai familiari? E’ una domanda che pongo e sulla quale vorrei che tutti provassero a riflettere. Io sono convinta che la nostra struttura, ma in genere le Rsa piemontesi, da sempre svolgano un compito sociale prezioso, e che durante il Covid siano state davvero indispensabili. E’ chiaro che si può sempre fare meglio, ma noi siamo stati un baluardo nel fronteggiare il virus. Speriamo che non si ripeta più una fase di simile emergenza, ma certamente con l’esperienza maturata in questi mesi saremo più preparati ad affrontarla”.
Dunque lo storico complesso Ville Roddolo, nato a inizio ‘900 per volontà e opera del dottor Tommaso Roddolo e poi stato a lungo nelle disponibilità di Fiat, utilizzato prima come convalescenziario e in seguito convertito prima in struttura di cura e poi casa di riposo destinati a dipendenti ed ex dipendenti, con la cooperativa Assiste ha avuto una svolta importante sino ad essere una Rsa di eccellenza, come ha dimostrato nella complicata pandemia che ha messo tutti a durissima prova, tanto da essere stata tra le primissime in Piemonte ad essere definite “Covid free”; e cosi sono ripresi gli ingressi di nuovi ospiti che da mesi attendevano il disco verde per varcare la soglia di via Petrarca.