• 2 Novembre 2024
  • BENESSERE

Ritrovare l’equilibrio psicofisico con l’ippoterapia

L’ippoterapia, anche detta Terapia con il Mezzo del Cavallo (abbreviato TMC), è l’insieme di tecniche mediche che usufruiscono del cavallo per migliorare lo stato di salute di un soggetto e rientra negli Interventi Assistiti con Animali che compongono la pet therapy.

Secondo alcune ricerche effettuate per mezzo del web, risulta che l’ippoterapia, in Italia, sia stata introdotta negli anni Settanta dalla dottoressa Danièle Nicolas Citterio, medico e psicologa francese che ha fornito un notevole impulso alla diffusione e al corretto uso del cavallo in medicina, anche mediante l’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre. Nel tempo, man mano che gli studi e le analisi sono state approfondite, ci si è accorti che la terapia a cavallo trova la sua indicazione, oltre che nelle patologie conseguenti alla paralisi cerebrale infantile, all’autismo e alla sindrome di Down, anche nelle patologie conseguenti a traumi dovuti da infortuni stradali o sul lavoro. Affinché questo metodo di cura risulti efficace e la sua somministrazione sia corretta sotto ogni aspetto (sanitario, tecnico e normativo), l’ippoterapia deve essere esercitata da un’équipe integrata da personale qualificato.

Nell’ippoterapia, il conduttore ed un’équipe di professionisti si impegnano a studiare un programma d’azione per l’utente destinatario della terapia, evidenziandone sia le peculiarità che gli aspetti da valorizzare e quelli invece da evitare; per tale motivo gli interventi vengono adattati alla singola persona ed è importante, per chi si occupa di questa terapia, riconoscere e valorizzare le potenzialità della stessa.

In considerazione del fatto che si interviene sui piani motorio, cognitivo, affettivo, relazionale o sensoriale, le categorie di persone che possono trarre beneficio da questa terapia sono numerose; infatti questa è utile nei casi di: ritardo mentale e psicomotorio, disturbi dell’apprendimento, disturbi generalizzati dello sviluppo (spettro autistico), persone con difficoltà relazionali, sindromi depressive, persone affette da stress post-traumatico e persone con disturbi psichiatrici (disturbi dell’umore, schizofrenia, disturbi alimentari, disturbi di personalità, disturbi d’ansia).

Gli animali possono facilitare l’apertura di un canale comunicativo tra l’utente ed il professionista ed inoltre i benefici sono molteplici: l’empatia, il senso di responsabilità, la socializzazione, l’autostima, il contatto fisico ed i benefici fisiologici. I cavalli che solitamente vengono impiegati nei centri equestri che si occupano di equitazione per persone affette da disabilità, hanno le stesse caratteristiche dei cavalli adatti a principianti, ciò significa che vengono comunque ricercate particolari attitudini comportamentali e morfologiche. E siccome, in genere, le lezioni di ippoterapia risultano per il cavallo esercizi “noiosi e ripetitivi”, è necessario che l’animale sia dotato di molta calma e pazienza e sia sufficientemente agile e dotato di spirito d’adattamento, per ovviare il più possibile le difficoltà di chi lo monta.

Ad ogni modo, è importante consultare una persona qualificata e disporre di un certificato medico che attesti che l’utente può svolgere questo tipo di attività.

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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