La notte del nono giorno di conflitti è stata caratterizzata dalla paura che si potesse verificare un disastro ambientale di proporzioni mondiali, simile a quello di Chernobyl del 1986. Le forze militari russe hanno bombardato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, situata nei pressi della città di Enerhodar, nell’Oblast’ di Zaporizhzhia, sulle sponde del fiume Dnepr. Si tratta della centrale nucleare più grande d’Europa e tra le più grandi al mondo.
I russi hanno preso pieno possesso dello stabilimento, nel quale sono presenti sei reattori. Prima dell’attacco i militari di Mosca hanno ingaggiato un duro scontro contro le forze ucraine poste a difesa dell’impianto. La mossa decisiva è stata sferrata con tiri d’artiglieria e di mitragliatrici pesanti “da tutte le parti”, provocando l’incendio di una delle sei unità. Con il sequestro della centrale Putin mette a segno un altro colpo ‘strategico’ di grande importanza: l’impianto fornisce energia a quasi metà dell’Ucraina.
In un primo momento l’esercito russo non aveva permesso l’intervento dei pompieri ucraini, il cui obiettivo era quello di spegnere l’incendio ed evitare una pericolosissime fughe radioattive. Dopo un paio d’ore di terrore i vigili del fuoco hanno potuto raggiungere la zona interessata e domare le fiamme. Un comandante locale ucraino ha dichiarato che fortunatamente non sono stati danneggiati i reattori e che è stata ripristinata la sicurezza della centrale atomica.
Anche l’Aiea, Agenzia internazionale per l’energia nucleare, ha confermato che le attrezzature essenziali della centrale nucleare di Zaporizhzhia “non sono state compromesse dall’incendio” e il personale dell’impianto sta prendendo “misure” per la sua messa in sicurezza. Secondo i media locali nessuna persona sarebbe morta a seguito dell’incendio.
Mentre tra le fila dei militari ucraini l’attacco russo avrebbe provocato delle vittime. Lo ha comunicato Dmytro Orlov, sindaco di Enerhodar, secondo il quale alcuni sarebbero morti combattenti ucraini della Guardia Nazionale posti a difesa dell’impianto. Ma al momento non si conosce il numero esatto dei decessi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Mosca di ricorrere al “terrore nucleare” e di voler “ripetere” il disastro di Chernobyl dopo aver sostenuto che le forze russe hanno sparato su una centrale nucleare. “Nessun paese diverso dalla Russia ha mai sparato contro le centrali nucleari. Questa è la prima volta nella nostra storia. Nella storia dell’umanità. Lo stato terrorista ora ha fatto ricorso al terrore nucleare“, ha detto Zelensky in un video messaggio e ha concluso affermando: “Se c’è un’esplosione è la fine di tutto! È la fine dell’Europa, è l’evacuazione dell’Europa“
Dopo l’attacco sia il presidente britannico, Boris Johnson, che il presidente Usa, Joe Biden, hanno parlato al telefono con l’omologo ucraino per ricevere informazioni sull’attacco alla centrale nucleare. In un Tweet dalla Casa Bianca Biden ha fatto sapere che ”si è unito al presidente Zelensky nell’esortare la Russia a cessare le sue attività militari nell’area e consentire ai vigili del fuoco e ai soccorritori di emergenza di accedere al sito”.
Successivamente il presidente degli Stati Uniti ha avuto un colloquio con il Sottosegretario per la Sicurezza Nucleare del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e con il capo dell’Amministrazione Nazionale per la Sicurezza Nucleare per ricevere un aggiornamento sulla situazione nell’impianto.
nella mattinata odierna Mario Draghi ha condannato senza mezze misure l’attacco “scellerato” da parte della Russia alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Un attacco, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “contro la sicurezza di tutti“. L’Unione europea, afferma ancora il premier, “deve continuare a reagire unita e con la massima fermezza, insieme agli alleati, per sostenere l’Ucraina e proteggere i cittadini europei“.