Sulla riforma pensioni si sta discutendo a lungo, moltissimi lavoratori si chiedono preoccupati: cosa accadrà al sistema previdenziale sotto la guida di un Governo Draghi, ormai sempre più vicino alla nascita? Si interrogano inoltre su quale potrebbe essere il futuro di Quota 100 e soprattutto dal 2022, a scadenza della stessa, quanto é alto il rischio che torni in auge il famigerato ‘scalone’ che accompagna la nota Riforma Fornero, mai completamente abolita nemmeno dal Governo precedente?
Tutti interrogativi che in queste ore stanno facendo discutere anche a livello politico, i pareri più autorevoli in tal senso sono stati espressi nelle ultime ore sia dai sindacati, quanto da Cesare Damiano, ex Ministro del Lavoro, e Maria Luisa Gnecchi, attuale vicepresidente Inps, quanto da Claudio Durigon in un’intervista rilasciata da poco su Pensionipertutti.it, tutti concordano sul fatto che serva maggiore flessibilità per uscire dal mondo del lavoro e che debba essere data al lavoratore maggiore possibilità di scelta. Durigon, dalla sua, avanza anche l’ipotesi di un eventuale proroga, almeno di 1 anno, della quota 100, che a conti, fatti, spiega, non andrebbe a gravare su ulteriori investimenti. Facciamo il punto
Su un aspetto paiono concordare tutti al nostro sistema previdenziale occorre maggiore flessibilità in uscita, per Damiano e Gnecchi si potrebbe rendere strutturale l’Ape sociale e puntare ad una flessibilità in uscita a partire dai 63 anni con una piccola penalizzazione per ogni anno d’uscita per quanti svolgono un lavoro di concetto o intellettuale. Per Durigon, invece, se non si dovessero trovare altre forme si flessibilità entro fine 2021 si potrebbe anche pensare ad una proroga della Quota 100 almeno per un anno.
E per Draghi? Tutti sanno quanto l’ex Bce non abbia mai nascosto l’importanza della Riforma Fornero ai fini della tenuta del sistema previdenziale , ecco perché molti temono, con quello che per metà potrebbe essere un Governo tecnico, il ritorno all’austerity ed ai sacrifici richiesti ai pensionati dal governo Monti-Fornero.
Tutti temono Mario Draghi possa cogliere la palla al balzo per sbarazzarsi di quota 100, in fin dei conti, l’ex numero uno della Bce non ha mai negato di essere contrario al pensionamento anticipato, anzi si é sempre detto poco favorevole alla misura attuale ed ha sempre ritenuto corretto l’aumento dell’età pensionabile, al fine di garantire anche un patto tra generazioni.
Inoltre potrebbe essere anche indotto ad una scelta in tal senso considerando l’aut aut proveniente da Bruxelles, che più volte ha chiesto un ritorno in toto alla Riforma Fornero per poter avere accesso al Recovery Fund. Difficile dire ora cosa potrebbe decidere di fare il futuro premier, ma effettivamente una riforma pensioni potrebbe essere vicina, quel che preoccupa i lavoratori, e come biasimarli, resta nei contenuti.