Non smette di far discutere specie sui social la proposta di Brunetta che propone uno scivolo al pensionamento per gli statali allo scopo di innovare e potenziare la pubblica amministrazione. Si tratterebbe di un piano di pensione anticipata che agevoli il ricambio generazionale, permettendo a chi é avvezzo alle tecnologie, ossia i giovani, di entrare subito nel mondo del lavoro e a chi é ormai vicino alla pensione e poco propenso ad imparare di uscire anticipatamente.
Per Renato Brunetta, neo ministro della Pubblica amministrazione, i dipendenti pubblici potrebbero lasciare il lavoro e andare in quiescenza dai 62 anni. Chiaramente la proposta ha fatto infuriare, specie i precoci, che da anni chiedono di poter andare in pensione senza limiti anagrafici giacché hanno alle spalle già 41 anni di contributi versati. Eppure molti esponenti politici condividono il piano di svecchiamento della pubblica amministrazione così proposto. I dettagli:
Brunetta negli ultimi giorni é tornato a parlare di incentivo all’esodo, insomma si sta valutando post quota 100, misura comunque in scadenza al 31/12/2021, una riforma che permetta di evitare lo scalone che porterebbe l’uscita dagli attuali 62 anni ai 67, lo scopo di Brunetta, come dicevamo, sarebbe quello di proporre in primis una riforma per la Pubblica amministrazione.
Facendo così si potrebbe finalmente far uscire quei dipendenti che hanno anzianità contributiva elevata e poca motivazione lavorativa, a partire dai 62 anni attraverso degli incentivi , permettendo quel sano turnover generazionale che potrebbe far aumentare l’efficienza della macchina burocratica della P.A. Vi é però da dire che moltissimi lavoratori non hanno certo preso bene quest’idea, parlando nuovamente di categorie di serie A e di Serie B, lodevole l’idea di svecchiare , ma perché si domandano i lavoratori sui gruppi social, il pensionamento anticipato deve valere solo per i dipendenti pubblici e non per quelli privati? Le rimostranze dei lavoratori.
Questa la critica che va per la maggiore, a cui si associa quella dei lavoratori precoci che si dicono basiti, si pensa a quanti hanno nuovamente meno anni di contributi, esattamente come é accaduto per quota 100, e lascia nuovamente fuori noi che da anni chiediamo la quota 41 per tutti.
Possibile che la flessibilità, continuano, non possa andare di pari passo per dipendenti pubblici e privati e soprattutto non si possa fare a parte una misura ad hoc per quanti, ormai pochi, hanno iniziato a lavorare da giovanissimi e ora meriterebbero un assegno pieno e meritato riposo? I sindacati dalla loro, Cgil, Cisl e Uil, hanno chiesto di riaprire il cantiere previdenziale, tante le proposte di cui discutere con il neo ministro Orlando.