Addio a Richard Rogers, architetto italiano ed inglese di fama internazionale, deceduto a 88 anni. Tra le sue opere più conosciute, infatti, c’è il Centre Georges Pompidou, realizzato a Parigi negli anni ‘70 con Renzo Piano.
Richard George Rogers nasce a Firenze nel 1933, discendente di una famiglia britannica giunta in Italia nel XVIII secolo. La rottura delle relazioni diplomatiche del nostro Paese con il Regno Unito all’inizio del secondo conflitto mondiale, tuttavia, obbligarono i suoi parenti a tornare oltremanica.
Pur soffrendo di dislessia, Richard riuscì a completare i suoi studi scolastici, interessandosi di architettura. Ebbe sicuramente un ruolo decisivo Ernesto Nathan Rogers (1909-1969) architetto prima razionalista poi neoliberty nonché cugino paterno, nello spingerlo verso questa direzione accademica.
Richard, terminato il servizio militare, compì i propri studi a Londra, presso l’Architectual Association School of Architecture, ed oltreoceano a New Haven, nel Connecticut, nella celebre Yale University.
Si mette in risalto dopo la fondazione del Team 4, un gruppo creato nel 1964 di giovani architetti, tra cui Norman Foster, con la fabbrica Reliance Controls Factory nel 1967.
Rogers e la moglie Susanne imposero il loro stile di costruzione postmoderno, basato sul combinare elementi e materiali quali plastica, metalli e prodotti sintetici come la loro abitazione londinese a Wimbledon.
Alla fine degli anni ‘60 lui divenne dunque il rappresentante britannico dell’architettura avveniristica ed hi-tech del periodo, con mostre e lezioni universitarie, come quelle tenute a Cambridge in Gran Bretagna e Princeton negli Stati Uniti.
Proprio in quegli anni conobbe Piano. Loro due insieme a Gianfranco Franchini, nel luglio 1971, ebbero il via libera alla realizzazione del suddetto Centre Pompidou, dal nome dell’allora presidente francese. Costui voleva erigere un’istituzione culturale multidisciplinare nel cuore della capitale transalpina. Questa istituzione doveva riguardare l’arte moderna, con un museo a tema, un centro musicale ed una immensa biblioteca pubblica.
L’opera, inaugurata il 31 gennaio 1977, è uno dei maggiori simboli artistici del XX secolo, oltre a essere il trionfo della tecnologia degli ultimi decenni. La facciata, con il suo reticolato ed i tubi di più colori, non può che lasciare esterrefatti i turisti che vi entrano o che vi passano soltanto vicino.
Finito ed inaugurato questo centro, Rogers mise in atto altri importanti progetti nei decenni seguenti. Tra questi ci sono il Lloyd’s Insurance nella City di Londra, il Palazzo della Corte Europea a Strasburgo ed il Millenium Dome sempre a Londra.
Nelle sue opere più recenti troviamo il Three World Trade Center nel 2018 a New York sulle ceneri del complesso distrutto l’11 settembre 2001, ed il Centro Civico Rogers a Scandicci, nel fiorentino, inaugurato nel 2013.
Sandro Fallani, sindaco del comune toscano, ha commentato: “Ci ha lasciati Richard Rogers. La sua mano e la sua straordinarietà hanno cambiato l’architettura contemporanea. Chiamato a disegnare il nostro centro, disegnò l’ormai famosissima ‘libellula‘ che è il modello su cui si basano le grandi trasformazioni di Scandicci, dalla spina dorsale del tram, del parcheggio scambiatore, della piazza, del parco, dell’area Turri e tutto il rafforzamento pedonale. Rogers ha dato a noi la forza del cambiamento e la bellezza della trasformazione“.
Ottenne importanti riconoscimenti, come il Premio Imperale nipponico per la cultura nel 2000, ed il Pritzker Architecture Prize nel 2007 per il talento, la visione e l’impegno architettonico nel mondo. Aveva ricevuto il titolo di barone Rogers di Riverside, sedendo alla Camera britannica dei Lords.