BRINDISI. Il disco di Nebra è una lastra in metallo e oro risalente dell’epoca del bronzo, che raffigura chiaramente fenomeni astronomici e simboli a sfondo religioso. Considerato la più antica rappresentazione del cielo, oltre a uno dei ritrovamenti archeologici più importanti del XX° secolo, il disco, rinvenuto nell’estate del 1999 da alcuni saccheggiatori di tombe all’interno di una cavità in pietra sul monte Mittelberg, in Germania, dal 2002 appartiene al Museo regionale della Preistoria di Halle, in Sassonia-Anhalt. I ricercatori dell’Università di Halle sono quindi alle prese con la ricerca di collegamento tra la Mesopotamia, dove ha origine il disco, e la Germania.
All’interno dell’area marina protetta di Torre Guaceto, pertanto, è iniziato uno studio da parte della Landesamt für Denkmalpflege und Archäologie Sachsen-Anhalt di Halle, della soprintendenza tedesca, e di quella di Brindisi Lecce Taranto, attraverso l’utilizzo di “SeaCat”, un veicolo autonomo sottomarino. «Si cerca il collegamento mancante. Sappiamo che le origini delle immagini, la rappresentazione dei fenomeni astronomici sul disco di Nebra sono in Egitto e in Mesopotamia, ma non sappiamo in che modo questa informazione è arrivata in Europa», spiega François Bertemes, docente di archeologia preistorica alla Martin-Luther Universität di Halle.
Il disco di Nebra è stato principalmente esaminato da alcuni archeologici tedeschi e britannici, i quali hanno interpretato le placche più piccole come le stelle, e il gruppo di sette rappresenta forse le Pleiadi. Si ritiene che le altre 25 non siano astri, ma decorazioni. Il disco maggiore in un primo momento fu considerato il Sole ma anche la Luna, mentre la falce era la luna crescente. L’insieme dei corpi celesti nel cielo a ovest, poco prima del tramonto, formato a periodi alterni dalle Pleiadi con la Luna crescente e con la Luna piena, nell’età del bronzo coincideva, rispettivamente, con il 10 marzo ed il 17 ottobre, ragione per cui il disco potrebbe essere servito a ricordare il periodo adatto per i lavori dell’agricoltura. Sembra che alcuni archi indichino il sorgere e il tramontare del sole. Inoltre, compare quella che potrebbe essere la “Barca solare”, o celeste, per gli Egizi l’imbarcazione rituale che percorreva i due cieli trasportando il sole rigenerato ogni giorno all’alba e divenendo poi simbolo religioso di rinascita dalla morte a nuova vita. I temi del sole, dei solstizi, delle stelle simboleggerebbero, dunque, temi religiosi, che rappresenterebbero il disco anche come oggetto di culto.
Simona Cocola