Amori o incontri casuali, passionali e imprudenti, che finiscono nel “mare magnum” del web sotto gli occhi di tutti, diventando spesso oggetto di ricatto o provocando conseguenze gravi nel proprio ambiente sociale e lavorativo. Ultimo di questo lungo elenco il licenziamento della maestra di Torino che però, almeno, ha avuto il coraggio di denunciare chi ha postato il rete il filmato del rapporto sessuale.
Sono oltre mille le indagini aperte in tutta Italia per il reato di revenge porn, introdotto dal Codice Rosso – pacchetto di misure introdotte dal Guardasigilli Alfonso Bonafede contro la violenza di genere – per punire la ‘Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti‘ (art 612 ter cp).
Il dato è contenuto nel report realizzato dal ministro della Giustizia a un anno dall’entrata in vigore dello stesso Codice Rosso e presentato in streaming con la partecipazione all’evento del premier Giuseppe Conte, della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, e di Valeria Valente presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere.
In particolare, sono 1.083 le inchieste aperte per revenge porn, di cui: 121 richieste di rinvio a giudizio 226 richieste di archiviazione 8 sentenze emesse, di cui: 2 condanne con rito abbreviato 3 patteggiamenti 1 condanna in Tribunale 2 proscioglimenti 3 processi conclusi in Tribunale, 13 ancora in corso.
Norbert Ciuccariello