La Consulta ammette 5 dei 6 referendum sulla giustizia: si voterà in primavera. No a eutanasia, cannabis e responsabilità civile dei magistrati
La Corte costituzionale, dopo quello sull’eutanasia legale, ha bocciato oggi anche il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis. No pure alla responsabilità civile diretta dei magistrati. Sono quindi 5 su 8 i quesiti ammessi, per i quali si voterà tra il 15 aprile e il 15 giugno.
“Il quesito referendario non era sulla cannabis ma sulle droghe pesanti“, ha spiegato in una conferenza stampa il Presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato. Così come era stato formulato il quesito avrebbe portato “alla violazione di obblighi internazionali“, ha proseguito l’ex presidente del Consiglio. Amato ha risposto anche alle polemiche suscitate ieri dalla bocciatura del referendum sull’eutanasia: “Leggere o sentire che chi ha preso la decisione non sa cosa è la sofferenza ci ha ferito ingiustamente. Il referendum non era sull’eutanasia ma sull’omicidio del consenziente“. Poi la critica al Parlamento, accusato di non dedicare abbastanza tempo a risolvere i “conflitti valoriali“.
Duro Riccardo Magi, presidente di Più Europa: “E’ una decisione incredibile. Possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum. La corte costituzionale ha fatto quello che il presidente Amato ha detto pochi giorni fa che non andava fatto, cioè cercare il pelo nell’uovo“.
No dalla Consulta pure al quesito sulla giustizia sulla responsabilità civile diretta dei magistrati. Gli altri 5 referendum hanno invece ricevuto il via libera e su di essi si pronunceranno gli italiani. Riguardano la legge Severino sulla incandidabilità e decadenza di parlamentari e uomini di governo condannati a 2 anni, la separazione delle carriere dei magistrati, la riduzione del ricorso alla custodia cautelare, il via libera alle candidature per il Csm senza bisogno di correnti e il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle “pagelle” dei magistrati.
“Mi spiace che siano stati negati altri referendum ma per noi è una vittoria clamorosa“, ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini. “Dopo 30 anni saranno gli italiani a fare la prima vera grande riforma della giustizia“.
Un appuntamento referendario al quale il centrodestra non si presenterà del tutto unito: Fratelli d’Italia infatti ha già annunciato che sosterrà solo 3 dei 5 quesiti. Il partito di Giorgia Meloni è infatti contraria all’abolizione della legge Severino e a limitare l’uso della custodia cautelare.