ROMA. L’Osservatorio Statistico dell’Inps ha elaborato un ricco dossier sul ReI (Reddito di Inclusione) con i dati relativi al periodo gennaio-dicembre 2018, che quindi valuta tutto il periodo in cui questo provvedimento ha avuto efficacia.
Ricordiamo sinteticamente che il Reddito di Inclusione è una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica del nucleo familiare. Dal 1° gennaio 2018 ha sostituito il SIA (Sostegno per l’inclusione attiva).
Il ReI si compone di due tipologie di intervento: a) un beneficio economico, erogato mensilmente; b) un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune. Il nucleo beneficiario deve soddisfare requisiti reddituali 1) di cittadinanza e residenza, di compatibilità; 2 (fino a 1° luglio 2018) anche dei requisiti familiari: presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra 55enne. Poi dal 1° luglio 2018, con l’abrogazione dei requisiti familiari, la misura ha assunto pieno carattere di “universalità”.
Vediamo nel dettaglio gli effetti
di questa misura di sostegno.
Nel corso dell’intero anno (dati
aggiornati al 22 gennaio 2019) sono stati erogati benefici economici
a 462 mila nuclei familiari coinvolgendo 1 milione e 300 mila
persone. La maggior parte dei benefici sono stati erogati nelle
regioni del sud (68% dell’importo complessivo erogato e
interessamento del 71% delle persone coinvolte). Il dato è
aggiornato sino al 22 gennaio 2019. Il 46% dei nuclei beneficiari di
ReI, che rappresentano il 50% delle persone coinvolte, risiedono in
sole due regioni: Campania e Sicilia. A seguire Puglia, Lazio,
Lombardia e Calabria coprono un ulteriore 29% dei nuclei e il 27%
delle persone coinvolte.
Il tasso di inclusione del ReI,
ovvero il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti, risulta
nel periodo considerato a livello nazionale pari a 220; raggiunge i
valori più alti nelle regioni Sicilia, Campania e Calabria
(rispettivamente 634, 603, 447) ed i valori minimi in Trentino Alto
Adige e in Friuli Venezia Giulia (rispettivamente 28 e 37).
Quanto
alla cittadinanza del richiedente la prestazione nell’11% dei casi
risulta erogata ad un extracomunitario; al Nord questa incidenza sale
al 29%.
L’importo medio mensile erogato
nel periodo gennaio-dicembre 2018 è di 296 euro, risulta variabile a
livello territoriale, con un range che va da 237 euro per i
beneficiari della Valle d’Aosta a 328 euro per la Campania.
Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del
beneficio più alto di quelle del Nord per 51 euro (+20%) e di quelle
del Centro per 34 euro (+12%).
In termini di numero dei nuclei
beneficiari a dicembre si è raggiunto il valore massimo con 312 mila
nuclei (a gennaio erano 82 mila). L’abrogazione da luglio dei
requisiti familiari ha determinato una diminuzione dell’importo
medio mensile erogato: dal valore massimo di maggio 2018 pari a 312
euro si è scesi a dicembre a 282 euro.