Crimini contro gli animali. Di questo tratta il Rapporto Zoomafia 2019 “Vent’anni di Antizoomafia”, redatto dal criminologo Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia Lav. Il termine “zoomafia” significa sfruttamento degli animali per ragioni economiche, di controllo sociale, di dominio territoriale da parte di persone singole o associate o appartenenti a cosche mafiose o a clan camorristici. I dati di 700 fascicoli sono relativi all’anno 2018 in Toscana, e riguardano uccisione e maltrattamento di animali, combattimenti, abbandono, traffico di fauna selvatica, bracconaggio, traffico di cuccioli. Patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto, il rapporto porta alla luce numerosi reati rilevati da otto Procure Ordinarie su dieci, tolte quelle di Grosseto e Pisa, e dalla Procura per i Minorenni di Firenze, anche se molti sono stati nascosti, o non registrati. «La Toscana per la sua posizione rappresenta un nodo importante per i traffici di animali. Non bisogna dimenticare, infatti, che sono state portate a termine diverse indagini sul traffico di cuccioli che hanno fatto emergere vere e proprie organizzazioni dedite a tale delitto, come pure, soprattutto in passato, inchieste sui combattimenti tra cani, con sequestri di allevamenti abusivi, che vedevano attivi gruppi organizzati e diramati a livello nazionale. Preoccupante anche l’attività venatoria di frodo, perpetrata a danno di specie protette e portata a termine con mezzi illegali, e la cattura e il traffico di uccelli vivi. Vittime dei bracconieri animali rarissimi come l’Ibis eremita, di cui si sono registrati diversi abbattimenti degli ultimi anni. Il bracconaggio ittico, invece, sta registrando la presenza di gruppi di stranieri organizzati dediti alla pesca di frodo nelle acque interne», dichiara Troiano.
Registrati inoltre nel 2018, dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, un procedimento per uccisione di animali con un indagato, e due procedimenti con quattro indagati per maltrattamento di animali. Si tratta del 9,6% dei procedimenti e del 13,5% degli indagati a livello nazionale a carico di minorenni. «Desta preoccupazione – sottolinea Troiano – il dato relativo ai reati commessi da minorenni, indice di insensibilità e di mancanza di empatia nei riguardi della sofferenza altrui. Infatti, il tema della violenza nei riguardi degli animali è strettamente collegato al tema della violenza nei riguardi degli esseri umani e dei comportamenti antisociali in genere. L’esposizione continua a forme di violenza, anche se solo come spettatori, può portare alla desensibilizzazione nei riguardi della sofferenza e all’assuefazione alla violenza stessa. Ricordiamo, inoltre, che sicuramente il numero dei casi agiti da minorenni è maggiore di quelli denunciati, come, purtroppo, altri indicatori suggeriscono». Non sono esenti dai crimini contro gli animali altre regioni italiane, quali, ad esempio, la Sicilia con l’11,23% dei procedimenti in Italia, e la Campania con 773 procedimenti e 510 indagati, in cui sono coinvolti cavalli, canili, e bestiame.