MISANO. Sabato 12 ottobre scorso è stata inaugurata via Simoncelli, la nuova arteria stradale di 1,2 chilometri, che scorrerà a fianco del Misano World Circuit, creando un collegamento importantissimo tra la zona del circuito e l’autostrada. Non è la prima dedicata a Marco Simoncelli, deceduto il 23 ottobre 2011, il pilota motociclistico riminese nato nel 1987, che a quattro anni inizia a “sgasare” con una Suzuki 50 minicross, e a nove corre la sua prima gara ufficiale di Campionato regionale. Conosciuto da tutti come il Sic, diventerà campione del mondo della classe 250 nel 2008, perché “Chi ha la passione dei motori lo sa: c’è sempre un giro di pista da fare – sono le sue parole, tratte dal libro di Marco Simoncelli e Paolo Beltramo “Diobò che bello!”, edito Mondadori –. E quando la pista non c’è, basta inventarsela”. Poi, otto anni fa, durante il Gp della Malesia, dopo una scivolata che lo trascinò sotto le ruote dei piloti Colin Edwards e Valentino Rossi, la morte. «Essere coinvolto nell’incidente di Simoncelli è stato devastante, sono andato avanti per amore», aveva confessato Valentino Rossi in un’intervista rilasciata a “Riders”.
Il padre di Simoncelli, Paolo, nel 2013 ha fondato Squadra Corse Sic58, nata “per una necessità, un bisogno del cuore, dell’anima di Paolo Simoncelli, papà di Marco. Un modo per sopravvivere, anzi, per ricominciare a vivere di nuovo”. “Diobò ragazzi, dateci gas!”, era una delle espressioni di quel ragazzo sempre sorridente, e dal buon cuore a detta di molti. E, proprio in questo senso, è nata la Fondazione Marco Simoncelli, per portare luce e gioia a chi ne ha bisogno. La Onlus è un’organizzazione di utilità sociale con finalità umanitarie e morali, costituita dalla famiglia per onorare in modo degno e duraturo la memoria di Simoncelli. Si legge sul sito della Fondazione: “Mantenendo vivo l’impegno di solidarietà e di attenzione verso i più deboli che SuperSic ha sempre affiancato alla carriera di pilota. La Fondazione sostiene e promuove progetti di solidarietà e cooperazione a favore dei soggetti svantaggiati, anche intervenendo direttamente, quando necessario, verso situazioni di disagio e bisogno”.
Paolo Simoncelli, in un’intervista a Sportmediaset, dichiarandosi un “padre disperato”, ha detto: «La Fondazione è nata subito dopo il 23 ottobre. Sono stato costretto perché siamo stati subissati di donazioni e quindi ci siamo messi al lavoro. Marco era un ragazzo semplice e mi piace il fatto che nei giovani abbia lasciato quella voglia di inseguire un obiettivo, un sogno. Però sono proprio arrabbiato con Dio perché quella che ci è successa è la cosa più ingiusta del mondo: i figli non dovrebbero mai morire prima dei genitori, è contro natura. Speriamo che il nostro centro possa farli stare meglio, renderli felici. Qui avranno tutto a disposizione per trascorrere le loro giornate e anche per fare riablitazione e fisioterapia. Vedere come curano e coccolano i loro figli, disabili magari fin dalla nascita, mi fa pensare che i veri eroi della vita siano loro, non noi».
Simona Cocola