Oggi alle 11 è in programma la quarta votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica. A differenza dei primi tre scrutini non sarà necessario raggiungere i due terzi dell’Assemblea per eleggere il nuovo Capo dello Stato, ma basterà la maggioranza assoluta pari a 505 voti. Nonostante il quorum si abbassi di 130 preferenza (prima era necessario ottenere 635 voti) un possibile accordo tra le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra sembra ancora molto lontano.
Al momento tutto fa presagire che si profilerà un’altra giornata carica di schede bianche (ieri sono state 412). Fonti interne a Leu, Partito Democratico, Movimento 5 stelle e Italia Viva confermano già da questa mattina, al termine delle rispettive assemblee con i propri grandi elettori, che l’intenzione è quella di perseverare nella votazione della scheda bianca e al momento non ci sono spiragli per appoggiare uno dei possibili candidati proposti dal centrodestra. Secondo Matteo Renzi sarà domani la giornata giusta per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, mentre oggi è quasi scontato un altro passaggio a vuoto.
Ieri sera nel corso di diverse trasmissioni televisive è trapelato che tra i nomi più gettonati da entrambi gli schieramenti sarebbero quelli di Mario Draghi e Pier Ferdinando Casini. Sul premier però ci sono molte riserve legate alla possibile tenuta della maggioranza, perché per quanto Draghi sia il candidato perfetto a ricoprire il ruolo di Capo dello Stato chi sarebbe in grado di sostituirlo a Palazzo Chigi? In questo senso Vittorio Sgarbi e Giorgia Meloni hanno le idee chiare e invocano elezioni anticipate, ma quasi la totalità dei partiti di centrosinistra è assolutamente contraria a questo tipo di ipotesi. Anche all’interno di Lega e Forza Italia ci si chiede se un cambiamento del genere possa mettere a repentaglio la stabilità economica, sanitaria e politica del Paese.
Per quanto riguarda la candidatura al Quirinale di Casini questa mattina il leader della Lega è stato chiaro: “Casini? È una proposta della sinistra, è stato eletto con il Pd“. Ma è stato eletto in passato anche con voi, chiedono i cronisti. E Salvini: “Appunto…“. Al leader del Carroccio probabilmente non è andata giù l’alleanza con il Pd alle elezioni politiche del 2018 a quelle europee l’anno successivo. Anche se il parlamentare con più esperienza in carica, ha ricoperto l’incarico di deputato o senatore per 38 anni consecutivi, in diverse occasioni ha aperto all’ipotesi di creare una nuova coalizione di centro formata anche da esponenti del centrodestra.
Anche il centrodestra ha annunciato che oggi si asterrà dal voto, ma la coalizione si è detta disponibile a votare un nome di alto valore istituzionale. Anche se il candidato più adatto non è stato ancora individuato e proposto ai partiti del centrosinistra. Inoltre si sono detti disponibile a proporre la doppia votazione per domani, così da poter avere più possibilità di eleggere in breve tempo il nuovo Capo dello Stato.
L’unica che non è d’accordo con la linea scelta dagli alleati è Giorgia Meloni secondo cui “è sbagliato rinviare la conta nel centrodestra“. Già ieri con la decisione di votare Guido Crosetto, capace di raccogliere 114 preferenze, aveva voluto trasmettere un messaggio importante ad alleati e agli italiani: “L’eccezionale risultato di Guido Crosetto, proposto da Fratelli d’Italia, dimostra la capacità attrattiva del centrodestra e potrebbe sbloccare l’impasse del Parlamento. – aveva dichiarato Meloni in un post su Facebook poco dopo lo spoglio dei voti –Gli italiani sono stufi di assistere a questo spettacolo delle schede bianche o di voti irrispettosi nei loro confronti. Il centrodestra compatto scelga un proprio candidato e si misuri in aula. Non si perda altro tempo.”