Un nuovo film del regista Alessandro Sarti , alla sua seconda esperienza con il film Quel Genio del mio amico che sta girando nelle sale del capoluogo toscano e presto nelle sale di tutta Italia. Esperimento interessante di cui scrive il critico cinematografico Nicola Biagi, ecco la sua recensione per Il Valore Italiano.
Cos’è il Genio? Amici miei del maestro Monicelli lo definiva semplicemente come: Colpo d’occhio, fantasia e velocità d’esecuzione. Nel film di Alessandro Sarti Quel genio del mio amico la ricetta si allunga aggiungendo ingredienti importanti ad una ricetta che ha inconsapevolmente creato il più grande genio di tutti i tempi Leonardo Da Vinci. Leggerezza, gratitudine e amicizia sono gli ingredienti che si aggiungono nel film e completano la ricetta per la creazione del genio assoluto. La leggerezza che si riscontra nelle scene che portano lo spettatore in un viaggio di vita in giro per tutta la Toscana, che tocca venti comuni della regione, contornato da paesaggi magnifici di una campagna dove ancora si respira l’antico spirito rinascimentale.
La gratitudine, quella di un genio rivolta a tutti coloro che gli sono stati accanto nel bene e nel male sopportando i suoi estri, di genio e sregolatezze ma che lo hanno sostenuto fino in fondo perché lui è semplicemente Leonardo da Vinci. L’amicizia, che lega Leonardo al suo mecenate Lorenzo il Magnifico che nonostante le avversità ha sempre creduto in lui lasciandolo a malincuore partire alla corte di Ludovico il Moro, ma che lo attende e lo accoglie a braccia aperte dedicandogli uno spettacolo Magnifico degno di Lorenzo de’ Medici detto appunto il Magnifico.
E il cinema che fa? Sta a guardare? No anzi racconta questa storia magnifica a lume di candela con una splendida fotografia che avvolge lo settatore nel calore rustico rinascimentale. Facendo venire allo spettatore la voglia di tornarci prendendo la pima macchina del tempo disponibile.
Il cast poi di attori e comparse crea un atmosfera reale grazie alle proprie caratteristiche e ad una bellissima ed accurata ricerca nei costumi di scena. Un racconto piacevole che prende per mano e conduce la mente attraverso i secoli facendole vivere una storia che a dispetto di tante non si concluderà con la morte del genio, ma continuerà con la vita del genio lasciata in sospeso dalla sua voglia di realizzare il prossimo progetto al quale già sta pensando.
Se poi s’aggiungono anche la pandemia, le restrizioni e un budget praticamente a zero, ecco che, signore e signori il genio è servito, è in sala seduto tra il pubblico e si chiama Alessandro Sarti.