Il presidente russo ostenta sicurezza. Intanto gli Usa confermano: l'incrociatore russo non è affondato
Vladimir Putin torna a fare la voce grossa sull’energia. Mentre l’Unione europea studia l’embargo sul petrolio di Mosca, il presidente russo ostenta sicurezza. Per l’Europa “al momento è impossibile sostituire il gas russo, i paesi europei stanno destabilizzando il mercato dell’energia e aumentando i prezzi per i propri cittadini affermando di voler abbandonare le risorse energetiche della Russia“. Questi tentativi, ha aggiunto lo “zar“, influenzeranno inevitabilmente tutta l’economia globale.
E sembra dargli ragione Volodymyr Zelensky, che oggi ha criticato i paesi europei che continuano a comprare il petrolio russo. Il presidente ucraino ha parlato di “soldi sporchi del sangue di altre persone“, e di “300 miliardi di dollari guadagnati dalla Russia quest’anno“. Zelensky ha accusato in particolare Germania e Ungheria di bloccare i tentativi di decidere l’embargo sull’energia. “Amici europei, cercate di capire che ora il momento è diverso, non è più una questione di affari ma di sopravvivenza“.
Due villaggi in territorio russo, nella zona di Belgorod, al confine con l’Ucraina, sono stati bombardati dalle forze ucraine. Lo denuncia la Russia. E’ la stessa zona in cui, alcune settimane fa, due elicotteri da combattimento colpirono un deposito di carburante. L’Ucraina sostenne di non essere responsabile, e altrettanto fa oggi. Per Kiev, le incursioni sono state effettuate dai servizi segreti russi.
E’ affondato l’incrociatore russo “Movska“, andato a fuoco ieri notte al largo di Odessa, nel Mar Nero. L’ammissione arriva dal ministero della difesa russo. Non è possibile al momento stabilire se la distruzione dell’ammiraglia russa del mar Nero sia stata provocata da un missile, come sostiene Kiev, o da una esplosione accidentale.
Il dipartimento della Difesa ha anche fatto sapere che le nuove armi destinate all’Ucraina arriveranno in meno di una settimana. Il materiale sarà poi portato dalle truppe ucraine nell’est del paese, dove la Russia prepara la grande offensiva in Donbass. La conferma è arrivata dal ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba, che ha parlato con il segretario di stato Usa Blinken. Oltre a coordinare l’arrivo dei nuovi aiuti militari, i due hanno discusso anche di ulteriori sanzioni alla Russia.