• 3 Dicembre 2024
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Pupetta Maresca, scompare la prima donna ad essere definita camorrista

Addio a Pupetta Maresca, nota alle cronache per essere stata la prima donna affiliata alla Camorra. Ha chiuso per sempre gli occhi nella propria abitazione di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, all’età di 86 anni.

Bisogna ricordare che vinse un concorso di bellezza nel 1953, ossia Miss Rovigliano. Inoltre s’impegnò nella recitazione nel film Delitto a Posillipo nel 1967, pellicola che ricalca in alcuni punti le proprie vicende personali del decennio precedente.

Nata con il nome di Assunta nel 1935, appena ventenne sposò il capo banda mafioso Pasquale Simonetti, meglio conosciuto come ‘Pascalone ‘e Nola. Il suo matrimonio, tuttavia, fu molto breve, durando soltanto pochi mesi. Antonio Esposito, tra l’altro anche testimone delle loro nozze, pose fine alla vita del marito nelle vesti di mandante, per una guerra tra bande.

Nel giro di pochi anni emerse la figura del famoso boss criminale Raffaele Cutolo, leader assoluto della Nuova Camorra Organizzata.

Pupetta Maresca in azione

Pupetta aspettava il primo figlio, Pasqualino, quando rimase vedova. Da quel momento in avanti decise di occuparsi in prima persona degli affari di famiglia. Quando era già arrivata al sesto mese di gravidanza passò all’azione vendicando la morte violenta del consorte.

Per lei sopraggiunse l’arresto, il giudizio e la condanna ad una pena carceraria lunga 13 anni e 4 mesi. Arrivò la grazia quando era in prigione da ormai un decennio. Arrivarono accuse per l’omicidio nel 1981 di un uomo di Cutolo, uomo di nome Ciro Galli. Per questa ragione Pupetta rimase coinvolta, e quindi imputata, per averne ordito la morte.

Nonostante la richiesta di ergastolo a suo carico, la Maresca ebbe un verdetto di assoluzione al processo quattro anni dopo per insufficienza di prove. Nel mezzo di questi aventi si legò al camorrista Umberto Ammaturo, dal quale ebbe due gemelli. Nel 1974 morì il suo primogenito, ed Ammaturo entrò in carcere in quanto sospettato di averlo ucciso.

Risulta infatti che i suoi rapporti col figliastro non fossero buoni. Ammaturo ottenne comunque l’assoluzione da queste accuse, diventando prima latitante poi pentito di mafia. Nello stesso tempo i rapporti con Pupetta si deteriorarono fino a terminare.

Altre imputazioni incentrate su di lei, di omicidi ed estorsioni, vennero alla luce successivamente. Ricevette delle sentenze di assoluzione ma pure di affiliazione al gruppo criminale Nuova Famiglia, nemica di Cutolo. Le autorità giudiziarie ordinarono quindi la confisca dei suoi beni.

Nel 2013 uscì un film per la televisione, su Canale 5, che la riguardava direttamente come protagonista, dal titolo “Pupetta – Il coraggio e la passione“. Ad interpretarla in questa fiction in quattro puntate fu l’attrice Manuela Arcuri.

Pupetta Maresca in giovane età
Pupetta Maresca in giovane età

Interviste nel corso dei decenni

Puntando il dito contro Cutolo, nel 1982 la Maresca indisse una conferenza stampa dove disse: “Se per Nuova Famiglia si intende tutta quella gente che si difende dallo strapotere di quest’uomo, allora mi ritengo affiliata a questa organizzazione“. Questa dichiarazione si legava direttamente con la vicenda di Galli.

Uscita la fiction nel 2013, Pupetta Maresca affermò: “Ho pagato con lacrime e affanno le mie scelte. La prima volta perché l’uomo a cui ho sparato avrebbe fatto lo stesso con me. Cosa dovevo fare, farmi uccidere? Ero incinta. Mi veniva incontro con il braccio teso e la pistola in pugno. Con lui c’erano i suoi killer. Io mi sono difesa.

Ma il carcere che mi ha fatto veramente male è stato quando sono stata arrestata la seconda volta, per avere parlato di Cutolo che a quei tempi uccideva tutti i giorni. Io urlavo nel carcere, per l’ingiustizia che avevo subito, quattro anni per aver detto che Cutolo era sostenuto dalla politica. È vero, l’ho minacciato di morte. Lui minacciava i miei fratelli e io avevo davanti agli occhi mio padre che piangeva.

Crede che la camorra avrebbe mandato una donna a fare minacce in pubblico? Il mio è stato un impeto di rabbia, che ho pagato amaramente. Desidero ancora una carezza da mia madre, una carezza che non ho mai avuto“.

Giampaolo Negro

Laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche, giornalista pubblicista dal 2012. Ho collaborato dal 2010 al 2021 con "Sprint e Sport" occupandomi di calcio giovanile e dilettantistico, con particolare attenzione alla scuola calcio. Appassionato di cultura storica, arte, teatro musica e affascinato dalle meraviglie della natura.

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