TORINO. La due giorni torinese del “Clean Air Dialogue”, svoltasi la settimana scorsa, ha portato i suoi frutti. Misure necessarie e strategie nazionali nell’ambito del “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria” (2019 – 2021) in Italia sono previste dal protocollo d’intesa firmato dal presidente Conte e dai rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei trasporti, delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo, della Salute, e anche dalle Regioni e Province autonome. In particolare si garantisce una maggiore tutela della qualità dell’aria e la partecipazione ai periodici confronti con la Commissione Europea volti alla rappresentazione delle iniziative avviate a livello nazionale per la riduzione dell’inquinamento atmosferico. L’Unità di coordinamento, come si legge nel protocollo, è presieduta da un delegato del Presidente del Consiglio dei ministri e si compone di un rappresentante per ciascuna delle Parti individuato con riferimento alle singole azioni del Piano. La segreteria dell’Unità di coordinamento è assicurata dagli uffici del Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Gli ambiti d’intervento sono diversi, e riguardano: la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi; il Fondo per il finanziamento (400 milioni di euro l’anno) del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico; l’adozione degli accordi tra Stato, Regioni e Province autonome per il miglioramento della qualità dell’aria; l’informazione ai cittadini attraverso una pagina tematica sul sito istituzionale del Ministero della salute, con la partecipazione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare; interventi sui tre settori principalmente responsabili dell’inquinamento (trasporti, agricoltura, riscaldamento domestico a biomassa); uscita dal carbone con la riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalla chiusura o trasformazione di alcuni impianti termoelettrici alimentati a carbone.
Simona Cocola