ROMA. Domani 24 maggio in oltre 110 nazioni, tra cui l’Italia, si terrà il secondo sciopero nazionale per il clima, il Global Strike for Future, lanciato dalla giovane attivista Greta Thunberg, dopo quello del 15 marzo scorso. In 126 città italiane i manifestanti si stanno preparando alla mobilitazione, come rende noto un comunicato di #FridaysForFuture Roma, città in cui, per la prima volta, sarà presente un geologo, Mario Tozzi, e un fisico climatologo del Cnr, Antonello Pasini. “Per l’occasione sono decine le scuole medie inferiori e superiori mobilitate, e tutte e tre le università di Roma. Tantissime le associazioni ambientaliste e i gruppi che hanno dato l’adesione”, informa #FridaysForFuture Roma.
Lo sciopero ha lo scopo di riportare l’attenzione sul rapporto tra cambiamenti climatici e salute umana, e sulle conseguenze a livello ambientale. Finalmente si stanno adoperando, dopo anni di battaglie, anche i governi di molti paesi del mondo, e grandi organizzazioni non solo ambientaliste, come l’Onu, che ha stilato il rapporto “Health and Climate Change”. Il movimento per il clima italiano ha una richiesta specifica da fare: la dichiarazione dell’emergenza climatica da parte del Comune di Roma Capitale e di tutta l’Italia, così come ha già fatto il Parlamento britannico. A questo proposito il Consiglio comunale di Milano ha approvato il 20 maggio una mozione relativa alla dichiarazione di emergenza climatica e ambientale in città, che impegna il sindaco “a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, a predisporre entro sei mesi iniziative per la riduzione delle emissioni e per l’introduzione di energie rinnovabili, per incentivare il risparmio energetico nei settori della pianificazione urbana, nella mobilità, negli edifici, nel riscaldamento e raffreddamento, sviluppando ulteriormente il progetto di riforestazione urbana già in atto”.
Sono numerosi e diversi gli effetti nocivi dei cambiamenti climatici: problemi cardiovascolari, allergie, ferite, morte per eventi meteorologici estremi catastrofici quali siccità, inondazioni, ondate di calore, tempeste, incendi, che possono creare smottamenti del terreno, invadendolo con sostanze inquinanti. «Il problema climatico riguarda tutto il Pianeta, ed è certificato continuamente con nuovi dati. Soprattutto in Italia si risente di più del cambiamento, perché fa da ponte tra le zone desertiche e quelle che erano una volta temperate», dichiara Tozzi, che sottolinea come l’innalzamento della temperatura nel Bel Paese porterà sempre più allo scioglimento dei ghiacci, con 4mila e 500 chilometri quadrati d’Italia sott’acqua.
Di seguito le dieci proposte di Legambiente al governo italiano.
Simona Cocola