La corte di appello di Firenze ha condannato a 3 anni ciascuno Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, imputati nel processo bis di secondo grado sul caso della morte di Martina Rossi, la studentessa 23enne deceduta il 3 agosto 2011 precipitando da un balcone dove era in vacanza a Palma di Maiorca, in Spagna. Secondo l’accusa la ragazza stava sfuggendo a un tentativo di stupro. I due imputati sono stati condannati per tentata violenza sessuale di gruppo. Presenti in aula, come in tutte le precedenti occasioni, anche i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo.
In primo grado il tribunale di Arezzo aveva condannato i due ragazzi a sei anni di reclusione ritenendo che Martina fosse precipitata dal balcone della camera dove alloggiavano i due ragazzi, nel medesimo hotel della studentessa genovese, per fuggire a un tentativo di stupro. In appello invece, lo scorso 9 giugno, Albertoni e Vanneschi sono stati assolti dall’accusa di tentata violenza sessuale con la formula “perché il fatto non sussiste” mentre è stato dichiarato prescritto il capo di imputazione di morte come conseguenza di altro reato.
Lo scorso gennaio la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dalla procura generale di Firenze, ha annullato la sentenza disponendo un nuovo appello.
Fuori dal Tribunale di Giustizia presente un presidio del movimento femminista ‘Non una di meno‘, che hanno esposto uno striscione con la scritta: “Sorella noi ti crediamo, la prescrizione non la accettiamo“. In un post pubblicato su Facebook il movimento scrive: “Siamo qui davanti al Tribunale di Firenze in attesa della sentenza per la morte di Martina Rossi Una sentenza che arriva dopo 10 anni, dalla sua morte avvenuta per sfuggire ad uno stupro di gruppo, una sentenza che deve rendere giustizia ai genitori, agli amici a tutte le donne che spesso questo sistema patriarcale da vittime le fa diventare accusate. #noprescrizione Siamo il grido altissimo e feroce per tutte quelle donne che più non hanno voce“.