• 5 Novembre 2024
  • CRONACHE

Prima vittima italiana in Ucraina: ucciso il miliziano Edy Ongaro

Il 46enne di Portogruaro era in Donbass dal 2015 e combatteva per le milizie separatiste della regione. Dai ribelli filo russi era considerato una specie di 'eroe'.

Anche l’Italia piange la sua prima vittima nel conflitto in Ucraina: Edy Ongaro, 46enne di Portogruaro, è rimasto ucciso in battaglia nel villaggio di Adveedka, al confine nord di Donetsk. L’uomo, che combatteva nelle milizie separatiste filo russe del Donbass, è stato colpito da una bomba a mano mentre si trovava in trincea con altri soldati. A quanto pare dopo aver notato la bomba si sarebbe gettato con il corpo sull’ordigno facendo da scudo umano per salvare la vita ai compagni.

La notizia è stata diffusa su Facebook dal Collettivo Stella Rossa Nordest e in seguito confermata da Massimo Pin, amico di Ongaro, in contatto con esponenti della “carovana antifascista” che si trova nell’Oblast orientale al e quale è toccato il difficile compito di avvisare la famiglia.

In un comunicato diffuso il Collettivo Stella Rossa Nordest descriveva il 46enne “un compagno puro e coraggioso” ma che in Italia aveva fatto degli errori. “In Donbass ha trovato il suo riscatto, – prosegue la nota – dedicando tutta la sua vita alla difesa dei deboli e alla lotta contro gli oppressori. Ha servito per anni nelle fila di diversi corpi delle milizie popolari del Donbass fino alla fine dei suoi giorni“.

Problemi con la legge in Italia e la fuga da ricercato in Donbass

La vita di Ongaro in Italia non è stata dal tutto semplice: prima di arrivare in Donbass nel 2015, e arruolarsi nelle milizie delle repubbliche autoproclamate a est dell’Ucraina aveva avuto dei problemi con la legge. In passato era stato implicato in una rissa in un bar di Portogruaro (Venezia), dove aveva colpito l’esercente con un calcio all’addome, scagliandosi alla fine anche contro un carabiniere. Concessi i termini a difesa, Ongaro era stato rimesso in libertà dal giudice in attesa del processo, ed era sparito. In Italia era formalmente ricercato.

Edy Ongaro
Edy Ongaro

Nome di battaglia ‘Bozambo’

Il suo nome di battaglia era ‘Bozambo‘, in ricordo di un partigiano della seconda guerra mondiale, e sosteneva che a spingerlo alla lotta con i ribelli filo russi delle repubbliche di Donetsk e Luhanskm sarebbe stato il ricordo delle violenze inferte dai fascisti alla sua famiglia.

Dopo essere giunto in Donbass si era arruolato con i separatisti della brigata Prizrak, composta soprattutto da foreign fighter. Per i filo russi era diventato una specie di eroe, incurante di rischiare la vita sotto le bombe per combattere contro il governo di Kiev, e fianco “di tutti i civili neo-russi che hanno visto l’inferno in terra“. “Questo è il nostro giorno” aveva scritto quando Vladimir Putin aveva firmato in diretta tv il decreto col cui la Russia riconosceva l’indipendenza dall’Ucraina delle repubbliche del Donbass.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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