A settembre l’inflazione continua ad essere negativa per il quinto mese consecutivo: secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,5% su base annua (come ad agosto), mentre su base mensile il calo è leggermente più altro (0,6%).
L’Istat spiega che la permanenza del segno meno sull’inflazione è dovuta prevalentemente alle flessioni, seppur meno marcate rispetto al mese precedente, dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -13,7% a -13,6%), di quelli non regolamentati (da -8,6% a -8,2%) e dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -2,3% a -1,6%). A queste dinamiche si aggiunge l’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona passati dal segno positivo a quello negativo (da +0,1% a -0,4%).
Mentre i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, che include i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, a settembre “accelerano” passando da +0,9% a +1,2%. Quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano a loro volta una variazione tendenziale nulla da -0,2%.
L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,0% su base mensile e diminuisce dello 0,9% su base annua (da -0,5% di agosto).
L’Istat sottolinea che la differente dinamica dell’IPCA rispetto al NIC è dovuta ai ‘saldi estivi‘ di cui il NIC non tiene conto: la fine della stagione dei saldi determina infatti un aumento rispetto ad agosto dei prezzi di abbigliamento e calzature pari a +25,4%, determinando in questo modo la crescita congiunturale dell’IPCA.
Ma visto che in alcuni casi i saldi estivi si sono protratti, l’aumento congiunturale dei prezzi di questo comparto merceologico è meno ampio di quello di settembre 2019, quando fu pari a +32,6%. La differenza tra le due variazioni si riflette sulla dinamica su base annua sia dei prezzi di Abbigliamento e calzature, che invertono la tendenza da +3,4% a -2,2%, sia dell’indice generale, che registra così una più ampia flessione rispetto al NIC.