Il Focus Censis Confcooperative stima siano circa 10 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà e almeno 300mila imprese a rischio chiusura imminente
Sono circa 3 milioni le famiglie italiane, pari a circa 10 milioni di persone, che vivono in condizioni di povertà e undici famiglie su cento hanno una spesa per consumi sotto la soglia di povertà. E sono almeno 300mila le imprese che rischiano di crollare sotto il peso di 300 miliardi di debiti. Questo il quadro che emerge dal Focus Censis Confcooperative ‘Un paese da ricucire‘ presentato oggi ad Assisi nel corso del dialogo tra Confcooperative e Cei.
“Il disagio sociale supera i confini della povertà conquistando nuovi spazi, mietendo nuove vittime tra chi fino a oggi pensavano di esserne al riparo“, è il commento preoccupato del presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, che lancia l’allarme: “Si preannuncia un autunno caldo a cui dare risposte. Questa l’eredità lasciata dal governo Draghi al prossimo esecutivo“.
In totale numero di famiglie in povertà assoluta sono 1.960.000, l’equivalente di 5.571.000 di persone. I più colpiti da questa condizione di precarietà economica e sociale sono i giovani (38,7% nella classe d’età 15-34 anni), chi ha basso livello di istruzione (il 24,9% ha la licenza media), chi risiede nelle regioni meridionali (28,1%). Sono invece 4 milioni i dipendenti “a bassa retribuzione” nel settore privato (retribuzione annua inferiore ai 12 mila euro): di questi 412 mila hanno un lavoro a tempo indeterminato e full time.
Sono 3,2 milioni gli occupati irregolari. Di questi 2,5 mln nei servizi; 500 mila i “falsi autonomi” e 50 mila i lavoratori delle piattaforme. Sul futuro della tenuta sociale nel lungo periodo pesa la condizione dei pensionati: il 40%, 6,2 milioni di persone, percepisce un reddito pensionistico complessivo è uguale o inferiore a 12.000 euro.