Il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni, mentre le famiglie che si trovano in questo stato di indigenza sono raddoppiate da 800mila a 1,96 milioni. Lo rivela il Rapporto annuale dell’Istat che sottolinea inoltre come quasi un milione di dipendenti del settore privato percepiscano per il loro lavoro meno di 8,41 euro all’ora e una retribuzione totale al di sotto di 12mila euro l’anno.
Nel documento si spiega come connotazione delle famiglie in povertà assoluta è progressivamente cambiata dal 2005 ad oggi: l’incidenza è diminuita tra gli anziani soli, si è stabilizzata tra le coppie di anziani, mentre è cresciuta fortemente tra le coppie con figli, tra i genitori single e tra le famiglie di altra tipologia come ad esempio quelle con due o più nuclei, o con membri aggregati. Tra le famiglie con minori, si trova in povertà assoluta l’8,3% delle famiglie di soli italiani e ben il 36,2% di quelle di soli stranieri.
La dinamica più negativa si osserva per i minori, passati dal 3,9% del 2005 al 14,2% del 2021, e per i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni, che passano dal 3,1% all’11,1%. Nel 2021 sono in povertà assoluta 1 milione 382mila minori, 1 milione 86mila 18-34enni e 734mila anziani, tra i quali l’incidenza nel tempo rimane sostanzialmente stabile e nel 2021 si attesta al 5,3%.
Per quanto riguarda la distribuzione in aree geografiche nel 2021 è in condizione di povertà assoluta un italiano su venti e uno straniero su tre nel Centro-nord. Situazione peggiore al Sud dove la povertà assoluta riguarda più di un italiano su dieci nel Mezzogiorno e il 40% degli stranieri presenti.
L’Istat evidenzia che la “forte accelerazione dell’inflazione negli ultimi mesi” rischia di aumentare le disuguaglianze perché la riduzione del potere d’acquisto è particolarmente marcata proprio tra le famiglie con forti vincoli di bilancio. Per questo gruppo di famiglie a marzo 2022 la variazione tendenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo è risultata pari a +9,4%, 2,6 punti percentuali più elevata dell’inflazione misurata nello stesso mese per la popolazione nel suo complesso.